Carte da decifrare
La disciplina della terra
Fossati dal vivo
Lampo viaggiatore
Musica moderna
L’ultimo
disco di canzoni (d’autore) di Ivano Fossati era stato lo splendido La disciplina della terra
nel 2000, poi è arrivato l’album strumentale Not one word, appunto
tutto giocato sulle musiche, senza neppure una parola, un esperimento che forse
solo il cantautore ligure (grande virtuosista del pianoforte) poteva
permettersi. Nel 2003 Fossati ha scelto di fare punto e a capo con Lampo
viaggiatore, un album che presenta una tracklist di dieci
canzoni (nove inedite più Io sono un uomo libero, già scritta per Celentano), dieci
ottime canzoni che risultano molto più immediate, contaminate e ‘battenti’ rispetto
alla produzione recente dell’artista, magari anche in contrasto con l’ultima
fatica di studio. Si tratta però pur sempre di dieci brani di Fossati, quindi
ci muoviamo sempre in un ambito di musica d’autore, dotata di insostenibili
aperture liriche e sorretta da una qualità testuale con pochi eguali in Italia,
difficilmente ascrivibile alla cosiddetta musica “leggera”, per quanto il sound
è innegabilmente diverso, più fresco, rispetto al Fossati che tutti abbiamo imparato ad
amare. A conferma di quanto premesso basta ascoltare lo scatenato ritmo
dell’apripista, La bottega della filosofia, un intrigante funk con
divazioni R’n’B, un brano scolpito da un morbido basso battente e
condito con sprazzi d’armonica in cui Fossati si descrive come un visionario
che “vede quello che non c’è, e sogna una macchina che riavvolge
il tempo”. La traccia successiva propone la magnifica nostalgia di Pane e
coraggio, in cui l’artista ligure rilegge da par suo uno squarcio fortemente
rappresentativo dell’immigrazione. Altra traccia, altro ritmo, ovvero Lampo,
un brano sospeso felicemente a mezzo tra reggae e jazz, seguito
dall’immancabile riflessione fossatiana (l’ennesima) dedicata al trascorrere
del tempo, C’è tempo appunto, una canzone malinconicamente
minimalistica. Al centro di Lampo viaggiatore
Fossati torna a lanciare uno sguardo ironico su se stesso con la martellante
batteria che colora Contemporaneo, e subito dopo una splendida ballata
per pianoforte come Il bacio sulla bocca, un gioiello sentimentale
cesellato verso per verso come solo Fossati sa fare, colorato da una tramatura
organistica che regala al brano un delizioso retrogusto anni Sessanta. Il disco
offre ancora una riuscita divazione sul bello (La bellezza stravagante),
quindi una rilettura di Io sono un uomo libero, già portata al successo
dal Molleggiato nazionale che Fossati ha deciso di incidere col suo stile
inimitabile. Il dittico finale è decisamente all’insegna di una raffinata
semplicità, prima con le intense emozioni intagliate in Ombre e luce,
una splendida ballata, poi nella lirica epistolare tratteggiata in Cartolina,
la canzone scelta stavolta da Fossati per chiudere il
discorso di Lampo viaggiatore. Un grande album nel complesso,
diretto e privo sostanzialmente di intellettualismi, sicuramente un disco che
con qualche forzatura potremmo anche definire pop, ma pop di
grande classe, pop d’autore, per intenderci...
Ivano Fossati, Lampo viaggiatore [Sony 2003]
Voto
8+