Carte da decifrare
La disciplina della terra
Fossati dal vivo
Lampo viaggiatore
Musica moderna
La suggestione di luoghi straordinari, l'emozione di eventi eccezionali e unici, che ci ricordano, la consapevolezza che abbiamo un patrimonio artistico e naturale da salvaguardare, la musica di un grande artista. Questi sono gli ingredienti di una serata che difficilmente verrà dimenticata da coloro che l'hanno vissuta.
Fossati non è musicista da grandi platee, non riuscirebbe mai a riempire uno stadio. Lui è un signore che canta e scrive musica da oltre venticinque anni, ma pochi si sembrano accorti della sua presenza. Sicuramente molti non sanno che alcune grandi canzoni portate al successo dalla povera Mia Martini, da Fiorella Mannoia, da Ornella Vanoni ed anche da una giovanissima Anna Oxa portano la sua firma. Ma coloro che lo seguono praticamente dagli esordi (chi non ricorda Jesahel degli ormai mitici Delirium?) non lo hanno mai tradito, perché sanno che questo genovese purosangue è uno che darà sempre il meglio.
Ivano Fossati è uno che parla poco. Ed anche in questa serie di concerti non ha fatto eccezione a questa regola. Lui preferisce dare voce alla sua musica e, se proprio deve dire qualcosa, lo fa con le parole degli altri. Infatti, punteggia i sui concerto qua e là con poesie di Pessoa, Caproni e Pavese, grandi voci per una grande serata di musica ed arte. La malinconia di questi "mostri" della poesia si accompagna benissimo con le canzoni di Fossati. Il silenzio quasi mistico con cui il pubblico accompagna la lettura delle poesie, spesso quasi sconosciute ai più, conferma la bontà dell'iniziativa.
Per ciò che riguarda le canzoni, Fossati non ha dimenticato quasi nulla del suo grande repertorio. Una rivisitazione lunga due ore di una carriera complessa ed articolata. Da La pianta del tè a Panama, dalla preghiera laica di Una notte in Italia (che personalmente considero una delle canzoni più belle del nostro panorama musicale) agli inviti all'uguaglianza di La musica che gira intorno e Mio fratello che guardi il mondo. Poi ancora Lindbergh, una celebrazione di un mito del nostro secolo, Discanto, Italiani d'Argentina, in cui si respira tutta la malinconia dell'emigrante che cerca di mettersi in contatto con la sua patria, per concludere con due canzoni che altre voci hanno portato al successo, La costruzione di un amore e I treni a vapore.
Ci sarebbero ancora molte altre canzoni da elencare. Ma nessuno di coloro che conoscono la musica di quel signore che stava sul palco è rimasto deluso. Accompagnato da musicisti eccellenti, Fossati ha dimostrato ancora una volta che si può essere grandi anche senza ballerine, nastri e coreografie più o meno colorate. Basta una voce, qualche normale strumento musicale e, soprattutto, tanto, tanto talento.
Voto
8