Carte da decifrare
La disciplina della terra
Fossati dal vivo
Lampo viaggiatore
Musica moderna
Carte di complessa decifrazione quelle di Ivano Fossati, classe 1951, per una
delle parabole artistiche più variegate ed intriganti della canzone d’autore
italiana. Il
volume è nato con la partecipazione silenziosa del conterraneo Pietro
Cheli, collaboratore di “Diario”, il quale, anziché intervistare Fossati, ha
invece raccolto ed organizzato i pensieri in libertà dell’artista genovese. Il
risultato è appunto Carte da decifrare, un
libro in cui Fossati finisce per confessarsi per difetto, divagando tra
ricordi di viaggio, riflessioni sul mondo della discografia, estemporanee
valutazioni della sua carriera di scrittore di parole in musica,
di interprete caratterizzato da uno “strano” modo di cantare, di produttore
all’occorrenza magari incapace di accorgersi del talento di Eros Ramazzotti (ma
in grado di raccontarlo senza imbarazzo alcuno.) L’amore infinito per il
pianoforte, una notte newyorchese con la tromba di Chet Baker in camera
d’albergo, la tentennante rimembranza del primo successo progressive con
i Delirium (Jesahel), l’amore per il jazz di Duke Ellington, La
mia banda suona il rock che paradossalmente si rivela un ostacolo al futuro
sviluppo artistico, la concezione artigianale della musica (trafficare dietro
un’idea), la venerazione per Glenn Gould e Keith Jarreth, i miti letterari tra
Pavese e Saramago, il vento che diventa canzone, la passione per il flauto,
l’indimenticabile collaborazione con Fabrizio De André, canzoni ed album tra Pensiero
stupendo e La pianta del tè fino a Macramè e La
disciplina della terra, le emozioni del pubblico, il valore di una vita
a misura d’uomo: un ritratto a trecentosessanta gradi di un artista che “cerca
di correre il meno possibile, tenendo una bassa velocità per non perdersi
nulla del paesaggio”. Non mancano le attestazioni di stima per i colleghi
cantautori (De André, ovviamente, De Gregori e Conte), mentre per quanto
concerne la musica nell’era delle multinazionali discografiche, Fossati rileva
il primato del rock anglosassone ma si limita ad isolare come esempi da
seguire soltanto Jimi Hendrix, i Cream, Peter Gabriel, i Police ed i R.E.M. Uno
zibaldone asistematico di pensieri, memorie, riflessioni e segreti artigianali
che si completa con l’esclusivo Cd Concerto in versi, uno spettacolo
sperimentale ideato da Fossati con l’attrice Elisabetta Pozzi in cui brani
celebri del cantautore ligure si miscelano con la poesia di Shakespeare, Primo
Levi, Edoardo Sanguineti ed altri. Ed è in questi termini che il più
appartato dei cantautori italiani rivendica la propria arte: “Rimango più o
meno ai margini delle classifiche di vendita perché non pratico la pedofilia
musicale, non corro dietro ai gusti dei ragazzini, non indosso orecchini né
cappellini, non uso espedienti... Gli adolescenti sono i maggiori consumatori
di musica. Ma si può ragionare sempre e solo in termini di consumo e poi
pretendere di essere considerati artisti? Credo proprio di no. Così rivolgo la
mia musica a chi ha voglia, pazienza e sensibilità, tempo e intelligenza da
dedicarmi come un regalo. Si parla nella stessa lingua ai bambini e ai vecchi,
poi, con un po’ di capacità e fortuna, anche ai distratti di mezzo”.
Ivano Fossati, Carte da decifrare, a c. di P. Cheli, Torino, Einaudi, 2001; pp. 111
Voto
7½