L’ultimo
libro di Sebastiano
Vassali mutua il proprio titolo dalla località boema in cui sorge il
castello del Joseph-Charles Emmanuel di Waldstein, l’ultima dimora nota del
mitico seduttore Giacomo Casanova,
che a sessant’anni accettò di divenire il bibliotecario del giovane conte e si
trasferì in Boemia (nel 1785, pare) chiudendo per sempre i ponti con Venezia,
patria ingrata rea di non avergli offerto niente di meglio di un ‘normale’
incarico da spia, duramente fustigata nel libello Né amori né donne, ovvero
la stalla ripulita (epiteto diretto appunto alla Serenissima). In Dux
Vassalli
ricostruisce appunto gli ultimi anni del vecchio avventuriero,
che nel castello si va servire, amoreggia, occasinalmente da scandalo, ma si
diletta più che altro a scrivere ed a sperperare i propri averi nella
pubblicazione delle proprie opere filosofico-letterarie: ben cinque pesanti
volumi in francese – compresa la nota Histoire de ma fuite des prisons de la
République de Venise qu’on appelle les Plombs – che conobbero scarsa
fortuna di pubblico. La permanenza a Dux registra inoltre l’ultima grande
battaglia di Casanova,
una banale lite di condominio, ma di grande impatto: per farcene comprendere la
natura Vassalli
parte dall’arrivo a Dux dell’ex sottoluogotenente austriaco Georg Feltkircher,
assunto come maggiordomo dal conte. Essendo ormai Casanova caduto in un
irreversibile baratro finanziario, è costretto ad usufruire della mensa comune
del castello, circondato da servitori che parlano solo in tedesco – tragica
occorrenza per un carattere multiforme come Casanova,
che ha conosciuto i maggiori protagonisti della scena europea e per il quale
dissertare su qualsivoglia argomento è tutto –. In un’esilarante escalation
di sgarbi ed offese scatologiche perpetrate al vecchio seduttore in assenza del
conte, Casanova ingrigisce sempre più, si scarica i nervi scrivendo ben ventuno
lettere al maggiordomo gli sta rovinando la vita – appunto le Lettere al
signor Faulkircher, mai spedite al destinatario e conservate nel castello
dei conti Waldstein – e compone in un francese traballante la sua romanzesca
autobiografia – che, fosse stata redatta nell’idioma natio, sarebbe forse
risultata una pagina importante del Settecento italiano –. L’annosa lite si
spenge con una tacita arresa di Casanova,
che muore nel 1798 con i primi cambiamenti innescati dalla Rivoluzione
Francese, tramontando significativamente insieme alla dissoluzione del mondo in
cui era stato protagonista. Oltre che all’epilogo di un grande personaggio, Dux è
anche l’ennesima pagina paradigmatica del romanzo che da anni Vassalli
sta scrivendo incentrandosi sul carattere nazionale degli italiani.
Sebastiano Vassalli, Dux, Torino, Einaudi, 2002; pp. 59
Voto
7
|
|
|