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Sebastiano Vassalli
Dux
Torino, Einaudi, 2002; pp. 59
La vera storia del tramonto di un mito

 




                     di Paolo Boschi


L’ultimo libro di Sebastiano Vassali mutua il proprio titolo dalla località boema in cui sorge il castello del Joseph-Charles Emmanuel di Waldstein, l’ultima dimora nota del mitico seduttore Giacomo Casanova, che a sessant’anni accettò di divenire il bibliotecario del giovane conte e si trasferì in Boemia (nel 1785, pare) chiudendo per sempre i ponti con Venezia, patria ingrata rea di non avergli offerto niente di meglio di un ‘normale’ incarico da spia, duramente fustigata nel libello Né amori né donne, ovvero la stalla ripulita (epiteto diretto appunto alla Serenissima). In Dux Vassalli ricostruisce appunto gli ultimi anni del vecchio avventuriero, che nel castello si va servire, amoreggia, occasinalmente da scandalo, ma si diletta più che altro a scrivere ed a sperperare i propri averi nella pubblicazione delle proprie opere filosofico-letterarie: ben cinque pesanti volumi in francese – compresa la nota Histoire de ma fuite des prisons de la République de Venise qu’on appelle les Plombsche conobbero scarsa fortuna di pubblico. La permanenza a Dux registra inoltre l’ultima grande battaglia di Casanova, una banale lite di condominio, ma di grande impatto: per farcene comprendere la natura Vassalli parte dall’arrivo a Dux dell’ex sottoluogotenente austriaco Georg Feltkircher, assunto come maggiordomo dal conte. Essendo ormai Casanova caduto in un irreversibile baratro finanziario, è costretto ad usufruire della mensa comune del castello, circondato da servitori che parlano solo in tedesco – tragica occorrenza per un carattere multiforme come Casanova, che ha conosciuto i maggiori protagonisti della scena europea e per il quale dissertare su qualsivoglia argomento è tutto –. In un’esilarante escalation di sgarbi ed offese scatologiche perpetrate al vecchio seduttore in assenza del conte, Casanova ingrigisce sempre più, si scarica i nervi scrivendo ben ventuno lettere al maggiordomo gli sta rovinando la vita – appunto le Lettere al signor Faulkircher, mai spedite al destinatario e conservate nel castello dei conti Waldstein – e compone in un francese traballante la sua romanzesca autobiografia – che, fosse stata redatta nell’idioma natio, sarebbe forse risultata una pagina importante del Settecento italiano –. L’annosa lite si spenge con una tacita arresa di Casanova, che muore nel 1798 con i primi cambiamenti innescati dalla Rivoluzione Francese, tramontando significativamente insieme alla dissoluzione del mondo in cui era stato protagonista. Oltre che all’epilogo di un grande personaggio, Dux è anche l’ennesima pagina paradigmatica del romanzo che da anni Vassalli sta scrivendo incentrandosi sul carattere nazionale degli italiani.

Sebastiano Vassalli, Dux, Torino, Einaudi, 2002; pp. 59

Voto 7 

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