Rockpolitik, 2005
Esco di rado (e parlo ancora meno)
125 milioni di ca7..te
Ad
oltre sessant’anni Adriano Celentano,
classe 1938, non ha smesso di sorprendere né pare averne la minima intenzione:
i suoi spettacoli ed i suoi dischi continuano ad essere gettonati dal vasto pubblico, d’altra parte la
definizione di ‘popolare’ gli si adatta a pennello e lui si è sempre guardato
dal rigettarla. Esco di rado (e parlo ancora meno) si
propone molto molleggiato-style a partire dal titolo: l’ennesimo album
della lunga
carriera discografica di Celentano cerca di ripetere l’azzeccata ricetta
che aveva lanciato verso una lunga permanenza in classifica il precedente Io non so
parlar d’amore (1999), fondato sul binomio formato da Mogol ai
testi e Gianni Bella alle musiche. Nell’occasione l’ex
ragazzo della via Gluck ha saputo amalgamare al meglio gli spunti del duo
creativo con l’impasto inconfondibile della sua voce, stavolta la cosa gli è
riuscita soltanto a metà: Esco di rado (e
parlo ancora meno) brilla a corrente alternata, ma di gemme ce ne
sono nella tracklist di undici pezzi complessivi – più la bonus track
finale Index, ircocervo sonoro che riassume le tappe precedenti –.
Indubbiamente l’episodio più riuscito dell’album è Io sono un uomo libero,
un brano straordinario quanto essenziale, scritto da Ivano Fossati su misura
per Adriano Celentano.
Per il resto, anche quando il disco veleggia a livelli di dorata medietas,
le tematiche vertono quasi esclusivamente sulla sfera amorosa, della
quale peraltro Celentano
è storicamente un credibile interprete, a cominciare dall’apripista (nonché
primo singolo estratto dall’album) Per averti, brano intrigante,
orecchiabile e di vena radiofonica in cui il cantante milanese
ci racconta quanto gli uomini di oggi siano più inclini all’amore (il vero
amore) rispetto alle donne. Da segnalare anche Apri il cuore, Quello
che non ti ho detto mai, la gradevole Se tu mi tenti e, per certi
versi, anche la performance vocale di Africa. Cruda, un po’
pedissequa ma sicuramente coraggiosa Il figlio del dolore, sul tema
degli stupri di guerra. Un album di
luci ed ombre, una sorta Io non so parlar
d’amore atto secondo, sicuramente l’ennesima manifestazione di
libertà artistica da parte di Adriano Celentano: piaccia o non piaccia, questa
è la sua musica e lui sa interpretarla come nessun altro.
Adriano Celentano, Esco di rado (e parlo ancora meno) [Clan 2000]
Voto
6½