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Alessio Bertallot
Su Radio2 con il programma Raitunes
Adriano Celentano 2005
Essere rock o essere lenti?
Vita da strega
Bewitched con la bellissima Elizabeth Montgomery
125 Milioni di Ca7..te
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Adriano Celentano 2005
Essere rock o essere lenti?
Il virus Rockpolitik
Da giovedí 20 ottobre 2005 alle 21.00 su Raiuno

 




                     di Ru-y2k


Rockpolitik, 2005
Esco di rado (e parlo ancora meno)
125 milioni di ca7..te


Continua il tormentone sull'essere Rock o sull'essere lento. La macro-semplificazione di Adriano Celentano ha trovato terreno fertile nelle italiche genti. Ben la di là del normale avvicendarsi di un costume gergale che si sostituisce a quello precedente, il becero qualunquismo da tivù neo-manichea sembra aver colpito ancora.

L'innata simpatia del cantante non può consentirci di perdonarlo per ogni sciocchezza che questi propaga ammantandosi di quel guruismo che tanto gli è piaciuto mostrare al pubblico fin dai suoi esordi.
Una trasmissione come Rockpolitik, strombazzata ai quattro venti con condimenti vari, fra i quali l'eroica auto sospensione di Mr. Fabrizio Del Noce, meriterebbe in effetti molta meno ribalta di quanta gli sia stata data.
Ma tant'è... I politici, in prima fila, stizzosi, permalosi, indignatissimi, si sono spinti al limite del ridicolo gridando a delitti di lesa maestà, infiammandosi per questo o quell'intervento giudicato offensivo o troppo di parte come se, costoro, non lo fossero a loro volta. Forse sarà che lor signori non hanno ancora capito che, "essere di parte" è di parte. E questo è un vero peccato: l'occasione che questi hanno avuto, serviti e riveriti, non è servita ad apprendere quell'umiltà tanto necessaria a chi si offre alla guida di un Paese fragile e complicato come il nostro. Ma certo, affidare ad un elefante la custodia di un negozio di preziose porcellane non sgomenta più nessuno. E allora arriva lui, il molleggiato (ma perché ci ostiniamo a chiamarlo così?) e lui, il grande moralista simpatico, castiga tutti quanti, a destra e sinistra, a manca e a dritta, tira orecchie, rinfaccia promesse, decide sentenze, pone divisioni fra buoni e cattivi, fra Rock e lenti... Ma che significa essere lenti? Trattasi della vecchia definizione di quel ballo "corpo a corpo" in uso negli anni sessanta che, in fondo, era l'unico modo per stringere a sé una ragazza sconosciuta senza beccarsi una sberla da 4000 kilojoule? Oppure è solo una caratteristica relativistica di un vettore che si sposta lungo una linea temporale? ...Magari è una catalogazione cognitiva (lenti di comprendonio) Ma no, forse è una metaforizzazione asimmetrica dove il bene è solo nella chiave di lettura che Egli ha dato del Rock, non inteso come musica ma come filosofia (ma esiste una filosofia con questo bizzarro termine anglosassone?) Oppure intendeva il Rock come epifenomeno culturale? Nessuno ha chiarito la questione ma tutti sembrano essersene appropriati, primi fra tutti i troppo furbi e i cretini di ogni età (con questa ultima frase, cito le parole di una canzone di Lucio Dalla).

Insomma: Celentano, da celenterato qual era (ovviamente in senso figurato) è passato alle classificazioni tassonomiche! Niente di Darwiniano che non è più di moda, per carità! Meglio qualcosa di rudimentale e di facile presa nella testa della gente.

Di una cosa però voglio rendergli merito: Celentano ha avuto il coraggio di mostrarsi così com'è, con la sua faccia sciupata, pallida ombra un po' sfatta della simpatica maschera del bullo di provincia (con il cuore buono), i suoi capelli scarruffati ed imperfetti, sempre in giro per la testa, i suoi abiti trasandati (o forse è il suo aspetto fisico che li trasforma così?) e quella sua aria da "appena uscito dalla rianimazione". Tutto il contrario dell'ultimo imperatore, tenuto su con il lifting ed il rimboschimento tricologico, il sorriso estenuante e le barzellette a raffica, come se di barzellette avessimo bisogno davvero.
Fra i due, il criticante ed il criticato, vince il primo ma solo a beneficio di quel che resta del buon gusto. Concludendo, Celentano continua a rimanermi simpatico, se non altro per la sua carica umana che non nasconde le sue contraddizioni. Non altrettanto posso dire della sua ultima operazione: Rockpolitik è un contenitore riempito di idee provocatorie solo a metà: dire che il Papa è Rock e Zapatero è lentissimo è sciocco tanto quanto è sciocco fare parallelismi fra due personalità così diverse. Per favore, non facciamo confusione!

Simpatico ma non più tanto molleggiato. Anche il pane migliore, dopo un po' diventa raffermo. E anche raffermo, è pur sempre utile a qualcosa. Grattato, può servire per molte pietanze, per tutte le stagioni, per tutte le coscienze.

Il primo che dice che quello che ho scritto è Rock, giuro, lo mando difilato dalla De Filippi!
Non provateci!

Voto 7 

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