Rockpolitik, 2005
Esco di rado (e parlo ancora meno)
125 milioni di ca7..te
Continua il
tormentone sull'essere Rock o sull'essere lento.
La macro-semplificazione di Adriano Celentano ha
trovato terreno fertile nelle italiche genti. Ben la di là del normale
avvicendarsi di un costume gergale che si sostituisce
a quello precedente, il becero qualunquismo da tivù neo-manichea
sembra aver colpito ancora.
L'innata
simpatia del cantante non può consentirci di perdonarlo per ogni sciocchezza
che questi propaga ammantandosi di quel guruismo che
tanto gli è piaciuto mostrare al pubblico fin dai suoi esordi.
Una trasmissione come Rockpolitik, strombazzata ai quattro venti con
condimenti vari, fra i quali l'eroica auto sospensione di Mr. Fabrizio Del
Noce, meriterebbe in effetti molta meno ribalta di
quanta gli sia stata data.
Ma tant'è... I politici, in
prima fila, stizzosi, permalosi, indignatissimi, si
sono spinti al limite del ridicolo gridando a delitti di lesa maestà,
infiammandosi per questo o quell'intervento giudicato
offensivo o troppo di parte come se, costoro, non lo fossero a loro volta.
Forse sarà che lor signori non hanno ancora capito
che, "essere di parte" è di parte. E questo è un vero peccato: l'occasione che questi
hanno avuto, serviti e riveriti, non è servita ad apprendere quell'umiltà tanto necessaria a chi si offre alla guida di
un Paese fragile e complicato come il nostro. Ma certo, affidare ad un elefante la custodia di un
negozio di preziose porcellane non sgomenta più nessuno. E
allora arriva lui, il molleggiato (ma perché ci ostiniamo a chiamarlo
così?) e lui, il grande moralista simpatico, castiga
tutti quanti, a destra e sinistra, a manca e a dritta, tira orecchie, rinfaccia
promesse, decide sentenze, pone divisioni fra buoni e cattivi, fra
Rock e lenti... Ma che significa essere lenti? Trattasi della vecchia
definizione di quel ballo "corpo a corpo" in
uso negli anni sessanta che, in fondo, era l'unico modo per stringere a sé una
ragazza sconosciuta senza beccarsi una sberla da 4000 kilojoule?
Oppure è solo una caratteristica relativistica di un
vettore che si sposta lungo una linea temporale? ...Magari è una catalogazione
cognitiva (lenti di comprendonio) Ma no, forse è una metaforizzazione asimmetrica dove il bene è solo nella
chiave di lettura che Egli ha dato del Rock, non inteso come musica ma come
filosofia (ma esiste una filosofia con questo bizzarro termine anglosassone?)
Oppure intendeva il Rock come epifenomeno culturale? Nessuno ha chiarito la questione ma tutti sembrano essersene appropriati, primi fra
tutti i troppo furbi
e i cretini di ogni età (con questa ultima frase, cito le parole di una
canzone di Lucio Dalla).
Insomma: Celentano, da celenterato qual era
(ovviamente in senso figurato) è passato alle classificazioni tassonomiche!
Niente di Darwiniano che non è più di moda, per carità!
Meglio qualcosa di rudimentale e di facile presa nella testa della
gente.
Di una
cosa però voglio rendergli merito: Celentano
ha avuto il coraggio di mostrarsi così com'è, con la sua faccia sciupata,
pallida ombra un po' sfatta della simpatica maschera del bullo di provincia (con il cuore buono), i suoi capelli
scarruffati ed imperfetti, sempre in giro per la testa, i
suoi abiti trasandati (o forse è il suo aspetto fisico che li trasforma così?)
e quella sua aria da "appena uscito dalla rianimazione".
Tutto il contrario dell'ultimo imperatore, tenuto su con il lifting
ed il rimboschimento tricologico, il sorriso
estenuante e le barzellette a raffica, come se di barzellette avessimo bisogno
davvero.
Fra i due, il criticante ed il criticato, vince il primo ma
solo a beneficio di quel che resta del buon gusto. Concludendo,
Celentano continua a rimanermi simpatico, se non altro per la sua carica umana
che non nasconde le sue contraddizioni. Non altrettanto posso dire della sua ultima
operazione: Rockpolitik
è un contenitore riempito di idee provocatorie solo a
metà: dire che il Papa è Rock e Zapatero è lentissimo
è sciocco tanto quanto è sciocco fare parallelismi fra due personalità così
diverse. Per favore, non facciamo confusione!
Simpatico
ma non più tanto molleggiato. Anche il pane migliore,
dopo un po' diventa raffermo. E anche raffermo, è pur
sempre utile a qualcosa. Grattato, può servire per molte pietanze, per tutte le
stagioni, per tutte le coscienze.
Il primo che dice che quello che ho scritto è Rock,
giuro, lo mando difilato dalla De Filippi!
Non provateci!
Voto
7