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  25/04/2024 - 11:12

 

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Scanner - musica
 


Eminem
The Eminem Show
[Interscope/Mca 2002]

 




                     di Paolo Boschi


The Marshall Mathers LP
The Eminem Show
8 Mile - Il film
8 Mile - La colonna sonora


D’accordo, un album di Eminem va letto, al solito, prima sul fronte musicale e poi a livello mediatico, perché il rapper americano ama filtrare la sua vita nei suoi dischi, almeno dal precedente The Marshall Mathers LP, lavando senza ritrosia i panni sporchi in piazza e godendo della relativa promozione scandalistica che la cosa comporta: i suoi lavori hanno infatti finora conquistato le copertine delle riviste specializzate (e non solo) prima in ragione delle offese a colleghi e parenti ivi contenute, e solo secondariamente per la qualità artistica delle canzoni. La storia è sempre la stessa anche in The Eminem Show, che sembra chiudere il cerchio di una trilogia fin dal titolo: The Slim Shady LP, il primo album ufficiale del ragazzaccio di Detroit traeva spunto dall’alter ego Slim Shady (da sempre ricorrente nei suoi brani), il secondo richiamava la realtà anagrafica del cantante, il terzo sembra alludere chiaramente al personaggio. Invariato rispetto al passato anche l’abuso del politicamente scorretto e l’oggetto degli sfoghi canori di Eminem: l’ipocrisia del sogno americano, le disillusioni familiari, l’insulto libero al collega di turno, lo sfogo contro i politici e così via. Canzone-manifesto dell’album risulta sicuramente il primo singolo estratto, ovvero l’adrenalitica Without me, in cui Eminem si scaglia contro tutto ciò che riesce ad intravedere all’orizzonte, un brano che ha generato un variopinto video in cui il buon Marshall Mathers non esita a misurarsi in caricature di cattivo gusto di Elvis, Robin e addirittura Bin Laden. In tutto The Eminem Show conta venti tracce per quindici brani e cinque interludi: nel complesso un album ridondante a livello verbale, ricco di scenette satiriche e sorprese di varia natura. La prima gemma della tracklist è sicuramente l’ombrosa White America, una canzone affilata come un rasoio e che non risparmia nessuno, seguita a ruota dal dilagante hip hop di Business e dalla cupa tristezza di Cleaning out my closet, in cui il rapper frammenta per l’ennesima volta il suo tormentato rapporto con la madre, un brano che costituisce un dittico con la successiva Square dance, analoga per atmosfera ed aperta da un’intro di grande impatto. Questo spettacolo di Eminem è un disco non a caso spesso teso ed oscuro, come confermano le seguenti Soldier e Say goodbye Hollywood: poi ci si imbatte nel più classico hip hop di Drips ed in Without me, la più ritmata dell’album insieme a When the music stop. Altre perle da segnalare sono Sing for the moment, costruita sul campionamento di Dream on degli Aerosmith e contrappuntata dalle chiosature chitarristiche di Joe Perry, e Hailie’s song, dedicata all’adorata figlioletta e dotata di un insospettabile retrogusto melodico. The Eminem Show va a concludersi con il ritmo sincopato che caratterizza Say what you say e ‘Till I collapse, che ricorda non poco la struttura di Rock you dei Queen. C’è anche spazio per il divertissement di My dad’s gone crazy in duetto con la figlia Hailie Jade. Un buon disco di hip hop, a prescindere dal rimbombo massamediatico che indubbiamente causerà ed in attesa di 8 mile, diretto da Curtis Hanson, un film in cui Eminem ci racconterà una settimana di vita di Jimmy Smith Jr., un rapper bianco dei sobborghi di Detroit cesellato sul proprio personaggio.

Eminem, The Eminem Show [Interscope/Mca 2002]

Voto 7- 

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