partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


Coldplay
Music of the Spheres
Radiohead
Il 2017 per ripartire
Katy Perry
Prism (cd e tour)
David Bowie
The next day
Gotye
Making Mirrors
Rumer
Seasons of my soul
Caro Emerald
Deleted scenes from the cutting room floor
Eliza Doolittle
Eliza Doolittle
Diana Krall
Quiet nights
Paolo Nutini
Sunny Side Up

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  08/05/2024 - 15:53

 

  home>musica > rock_pop

Scanner - musica
 


Gotye
Making Mirrors
Elettropop, ballate ombrose, soul sixties style, ipnotiche divagazioni, reggae umbratile, sincopata complessità e armonie di un disco a tutto tondo, capace di vivere di luce propria
[Island 2012]

 




                     di Paolo Boschi


Nato per l'anagrafe belga come Wouter De Becker, classe 1980, Gotye cresce in Australia ed inizia a fare musica fin da adolescente, poi, dopo qualche anno di apprendistato nella rock band Downstares, esordisce da solista con l'album Boardface. Il successo arriva due anni più tardi con la hit Learnalilgivinanlovin, contenuta nel secondo disco dell'artista, LIke Drawing Blood. Ma il boom vero e proprio è recente, trattandosi di Somebody that I used to know, un piccolo gioiello marcato da un contagioso ritmo di xilofono e pizzicamenti vari, cantato in duetto con la neozelandese Kimbra e magnificamente veicolato da efficace videoclip a base di bodypainting immediatamente divenuto un must assoluto su youtube. In sé Somebody that I used to know non è un capolavoro ma è senza dubbio irresistibile con i suoi calibrati rimandi a Peter Gabriel e Sting, tanto che ha dato vita anche a numerosi tentativi di emulazione, prima tra tutti la strepitosa cover dei canadesi Walk of the Earth, che ne hanno tratto un video dove reinterpretano la canzone suonando una chitarra contemporaneamente in cinque. Making Mirrors in ogni caso si presenta come un disco a tutto tondo, capace di vivere di luce propria indipendentemente da Somebody that I used to know: si va dagli estremi dell'elettropop di Easy Way Out e Eyes Wide Open fino all'ombrosa Bronte, e in mezzo figurano le architetture sonore sovrapponibili di Smoke and Mirrors, il soul sixties style di I Feel Better, le ipnotiche divagazioni di In Your Light, il reggae umbratile (con distorsioni vocali) di State of the Art, la sincopata complessità di Don't Worry We'll Be Watching You e le armonie world di Save Me. Tante idee, insomma, miscelate in questo terzo album con in una macedonia musicale di suoni pescati nel mare magnum del vintage da questo apprendista stregone elettronico e contemporaneo, perfetta sintesi esistenziale dell'emisfero boreale e di quello australe. Decisamente da provare.

Gotye, Making Mirrors [Island 2012]

Voto 7 + 

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner