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  13/10/2024 - 02:57

 

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Scanner - musica
 


Diana Krall
Quiet nights
Il dodicesimo album della signora canadese dello standard jazz
[Verve 2009]

 




                     di Paolo Boschi


È felicemente tornata in sala d’incisione Diana Jean Krall, classe 1964, la signora canadese dello standard jazz, a due anni dal suo ultimo album antologico. In questo periodo sabbatico ha regalato al marito Elvis Costello due gemelli (Frank e Dexter) e li ha fatti crescere per un po’ a Vancouver dedicandosi a loro come mamma a tempo pieno almeno per i primi mesi, prima di tornare nella sua sede naturale, ovvero dietro alla tastiera di un pianoforte in giro per il mondo a stregare il gentile pubblico della serata con il suo stile morbido ed elegante e la sua voce calda e confidenziale. L’ultima fatica di Diana Krall, il dodicesimo album in carriera (senza contare il superbo Live in Paris), s’intitola Quiet nights e per l’occasione si è riunita la stessa squadra con cui la pianista e cantante canadese realizzò The look of love, un album di grande successo che nel 2001 rese l’autrice un’artista di fama internazionale: accompagnata come sempre dal fido Tommy LiPuma in cabina di produzione, la Krall ha approntato una selezione di classici che spaziano tra jazz e bossa nova, poi li ha interpretati col suo devoto quartetto accompagnata da una grande orchestra, avvalendosi degli arrangiamenti del grande Claus Ogerman, una leggenda vivente che ha lavorato con nomi del calibro di Frank Sinatra, Carlos Jobim e Stan Getz. Stando ai primi risultati la reunion pare aver funzionato secondo le previsioni: all’uscita in Italia, tanto per fare un esempio, l’album si è piazzato sorprendentemente all’ottavo posto della hit parade, a dimostrazione che la musica di qualità non sempre è destinata a restare confinata in una ristretta nicchia di mercato. La tracklist di Quiet nights propone complessivamente dodici impeccabili riletture di grandi classici come Walk on by di Burt Bacharach, Where or when di Richard Rodgers, le celebri The girl of Ipanema, Este seu olhar e Quiet nights (versione inglese di Corcovado) di Antonio Carlos Jobim, e molti altri ancora. L’impressione generale a partire dal primo ascolto è quella di una misurata tranquillità in cui è facile perdersi inseguendo la voce discreta e sinuosa della Krall, che ci guida tra un brano e l’altro quasi come una delicata crooner al femminile. Si comincia con l’ariosa Where or when, poi si continua con la confidenziale Too marvellous for words e con I’ve grown accustomed to his face, semplicemente insostenibile. A ruota arrivano The boy of Ipanema, che rielabora al femminile la celebre The girl of Ipanema, e la splendida Walk< on by. E la Krall continua ad intrigarci con You’re my thrill, magnifica ed ombrosa, l’eterea leggerezza di Este seu olhar, il delicato swing di So nice, l’emozionante title track e l’atmosfera fuori dal tempo di Guess I’ll hang my tears out to dry. >D’obbligo segnalare anche due belle bonus track come How can you mend a broken heart dei Bee Gees e l’intensa Everytime we say goodbye di Cole Porter. Dopo il riuscito rientro in scena, Diana Krall non sembra intenzionata a rilassarsi, ma ha già in serbo un progetto col suo gentil consorte Elvis Costello: insieme all’eclettico artista britannico sta infatti progettando un album di canzoni dedicate ai bambini. E, stando allo strepitoso risultato ottenuto con le canzoni natalizie – ascoltare in merito il delizioso Christmas songs del 2005 –, non c’è dubbio alcuno che ci riuscirà…

Diana Krall, Quiet nights [Verve 2009]

Voto 8 

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