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  26/04/2024 - 13:03

 

  home>musica > rock_pop

Scanner - musica
 


Rumer
Seasons of my soul
Un disco soul, caratterizzato da atmosfere morbide e sinuose
[Atlantic 2011]

 




                     di Paolo Boschi


Un’altra esordiente col botto è finita ai piani alti delle chart britanniche: si tratta di Rumer (al secolo Sarah Joyce), nata in Pakistan a Islamabad, dove ha passato l’infanzia. Il nome d’arte lo ha mutuato da Rumer Godden, autrice del romanzo Narciso nero. La futura cantautrice impara a strimpellare da autodidatta sulla chitarra regalatale dal fratello Rob, lo stesso strumento col quale molto tempo dopo comporrà queste canzoni. Il trasferimento in Inghilterra con la famiglia è affannoso: Rumer è riottosa al sistema scolastico britannico ed allo stile di vita occidentale, passa per alcuni dolori familiari, lascia la scuola a sedici anni e inizia a suonare in una rock band, prima di tornare a vivere in una roulotte con la madre malata di tumore per assisterla fino alla morte, e intanto continua a scrivere canzoni. Poi la ragazza si trasferisce a Londra, passa per una moltitudine di lavori passeggeri e la sera si esibisce nei locali della capitale: è proprio durante una di queste esibizioni che incontra il compositore e autore televisivo Steve Brown, che diventa il suo produttore e inizia a lavorare con lei a nuove canzoni. Di lì al successo il passo è breve come in una favola: la firma per la prestigiosa etichetta Atlantic Records, il disco di debutto, le prime recensioni positive, l’entrata in top ten. Il disco uscito in Italia è una international edition che comprende le undici canzoni di Seasons of my soul più la cover di Alfie di Burt Bacharach e It Might Be You, dalla colonna sonora di Tootsie. Si tratta di un disco soul, caratterizzato da atmosfere morbide e sinuose che si lasciano apprezzare ascolto dopo ascolto. La prima impressione è di ascoltare Dusty Springfield rediviva, giusto con un sottofondo di sofferenza in più. Il disco non presenta punti deboli: si apre con la briosa Am I Forgiven? e assortisce chicche quali l’elegante Come To Me High, la deliziosa Slow, l’intrigante Aretha (ispirata dalla Franklyn, ovviamente), la dolcissima Thankful, l’insostenibile Healer. Assolutamente da scoprire.

Voto 7 + 

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