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  25/04/2024 - 19:42

 

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Rock Scene
I percorsi di contaminazione tra rock e scena in Italia secondo Bruno Casini
Speciale convegno Musiche in scena, convegno per un nuovo teatro musicale
Al Teatro Studio di Scandicci, sabato 29 marzo 2003

 




                     di Daniele Dominici


Bilancio di Musiche in Scena
Programma del convegno per un nuovo teatro musicale
Arti sceniche: lo special di Scanner
Musiche in scena: un primo bilancio in tempo reale
Stefano De Martin: un confronto multidisciplinare
Massimo Marino: la musica, un cardine di rottura dei confini disciplinari
Giancarlo Cauteruccio: Musica delle mie brame
Fulvio Cauteruccio: come č nato Roccu u stortu
Renata Molinari: appunti per azioni in musica
Giordano Montecchi: oltre l'opera
Simonetta Pecini: riflettere per dialogare
Massimo Luconi: riflessioni sul teatro musicale
I percorsi di contaminazione tra rock e scena in Italia
Il ritorno del musical
Teatro Studio di Scandicci: Stagione teatrale 2002/03
Ico No Clast
Roccu u Stortu
La Tempesta
Koreja e Raiz: Brecht's Dance la danza del ribelle
Gogmagog: L'alba e la notte. Partitura
Kinkaleri: Tono
Kinkaleri: Otto
Teatrino Clandestino: Iliade


L’intervento di Bruno Casini, corroborato dalle riflessioni di Giancarlo Cauteruccio e Massimo Luconi, ha tracciato in maniera sintetica i percorsi di contaminazione tra rock e scena in Italia. Partendo dall’esempio che l’onda lunga americana portň decisamente alla fine dei Settanta, esempio che trovava le sue radici nell’esperienza del Living Theatre come nell’Exploding Plastic Inevitable di Andy Warhol, a tutt’oggi una delle piů dirompenti e massive operazioni di sinestesia artistica, pronta a mettere sullo stesso piano la danza sadomaso e i Velvet Underground. Da quell’inizio“newyorkese” partirono in Italia ensemble come i Magazzini o Marchingegno (lo stesso Cauteruccio, con Cesare Pergola); gli uni attenti a massimizzare l’aspetto del soundtrack, con una predilezione per l’elettronica minimalista (Jon Hassell che sonorizza Sulla strada); gli altri dediti alla musica come ulteriore fonte spazializzazione del luogo teatrale, insieme alla magia delle luci e del raggio laser. Stanno esattamente nel mezzo degli Ottanta due esperimenti di segno inverso che rappresentano punti alti di sinergia tra musica rock e scena.

L’Eneide di Krypton (Cauteruccio, ancora), con il tessuto sonoro dei Litfiba e Pierň Pelů sul palco; i CCCP, agit-proppers brechtiani che ampliano i confini di un suono volutamente scarno e sintetico con i segni della danza. Questi i semi, recentemente germinati in tante produzioni del nuovo teatro italiano. Le ultime evoluzioni hanno dimostrato un particolare interesse per la diegetizzazione del suono, ovvero per la sottolineatura della diretta appartenenza del suono stesso allo spazio del teatro. Ancora Krypton e le sue costole in prima fila: La tempesta di Shakespeare messa in scena da Giancarlo Cauteruccio con Meg dei 99 Posse nel ruolo di Ariel; Rocco u’stortu di Suriano e Fulvio Cauteruccio, che assegna una particolare funzione narrativa alle musiche del Parto delle Nuvole Pesanti; Ico No Clast, rievocazione della vicenda di Sid Vicious curata ancora da Fulvio Cauteruccio, spettacolo dove l’esecuzione dei pezzi dei Sex Pistols rappresenta il cuore pulsante dell’azione.

Ma anche Otto di Kinkaleri, che ai suoni pop che escono da un walkman e sono amplificati da un microfono, oppure semplicemente sono udibili dalle cuffie poste sulle orecchie di una danzatrice affidano lo statuto di “colonna sonora”. Per tacere delle canzoni che animano gli spettacoli di Santagata, o Carnezzeria di Emma Dante.

Voto 7 

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