Causa di morte
Morte innaturale
Punto di origine
Cadavere non identificato
L'ultimo distretto
Nei
romanzi di Patricia Cornwell è
frequente imbattersi nel classico serial killer – ognuno
col suo particolare quadro psicologico ed annesso modus operandi alle spalle – ma in Morte innaturale, oltre ad uno spietato nemico in carne ed ossa c’è
qualcos’altro da cui salvare le vittime del caso. Infatti il protagonista in
negativo del romanzo
è una nemesi invisibile, quasi uno sdoppiamento malvagio della dottoressa Kay
Scarpetta, con la quale comunica lanciando i suoi enigmi e le sue sfide
esclusivamente attraverso un mezzo virtuale come le e-mail. Come di consueto
nelle avventure dedicate al capo medico
legale della Virginia, la
storia prende l’avvio dal ritrovamento di un cadavere sconosciuto, nel
dettaglio trattasi dei resti di una donna reperiti in una discarica. Si tratta
di un corpo orrendamente mutilato, al quale mancano le braccia, la testa e le
gambe: un lavoro crudele e svolto con precisione, quasi fosse opera di un esperto del settore.
Ma la vittima nasconde qualcosa di ancora più pericoloso: l’autopsia rivela
infatti che il corpo della donna era affetto da un virus sconosciuto,
potenzialmente in grado di scatenare un’epidemia incontrollabile. E a colorare
di nero il quadro dell’indagine, a Kay Scarpetta iniziano anche ad arrivare via
Internet sinistri messaggi corredati di immagini fotografiche della scena del
delitto, ed è sinistro anche il nome del
mittente: Deadoc, equivalente più o meno a “Dottor Morte”. In Morte
innaturale la suspense non
cala mai ma aumenta col susseguirsi delle pagine, via via che la
scrittrice americana ci guida fino alla sorprendente soluzione del caso.
Gli amanti di vecchia data della Cornwell
faranno bene a non perdersi un epilogo che, pure, ha non poche sorprese in
serbo per l’anatomopatologa di Richmond.Patricia
Cornwell, Morte innaturale, Milano, Mondadori, 1998; pp. 298
Voto
7+