Presentazione Edizione n. 61 della Mostra del cinema
Primo Reportage di Scanner da Venezia
Secondo Reportage di Scanner da Venezia
Terzo Reportage di Scanner da Venezia
Il bilancio di Scanner da Venezia
Come ogni anno i problemi al festival di Venezia sono sempre
all'ordine del giorno. Questa
edizione doveva essere quella all'insegna delle poche pellicole, invece ci troviamo di fronte ad una overdose di visioni che complicano
la vita a noi accreditati e al pubblico, creando sovrapposizioni nel programma
stesso. altro guaio è che la creazione della sezione
giornata degli autori che ha strozzato inevitabilmente la settimana della
critica. Passando al concorso, si è vista l'ultima pellicola di Jia Zhangke che con Shijie ci catapulta nella Pechino odierna, tra le vesti
artificiosi di un parco a divertimenti che riproduce i
monumenti di alcune capitali del mondo, che fa da sfondo alle vicende
esistenziali dei protagonisti, ormai perduti nelle luci capziosi di una
metropoli transitoria e artificiale. Film sospeso nel suo divenire, che ci
regala una impalpabile emozione dell'oggi. Mentre
l'anteprima mondiale in concorso dell'ultimo lavoro di Hayao
Miyazaki,
Hauro No Ugoku Shiro, si è rivelato come l'ennesima conferma di
un talento debordante. La storia d'amore che lega il mago Howl con la giovane ragazza, diventa un viaggio onirico
attraverso le età e i ricordi, come un grande ideale di vita che si trasfigura
in sogno. imperdibile. Saltando nella sezione
Nuovi Orizzonti, si è potuto vedere Mysterious Skin di Greg
Araki, che racconta separatamente le vicende di due ragazzi che da piccoli sono stati
molestati da un pedofilo; causando in loro una trasformazione individuale che
li porterà alla ricerca di una nuova identità
. Film esplicito nella
forma del migliore Araki nella prima parte, che però
si perde in lungaggini didascaliche nella seconda. Vorrei sorvolare, per quanto
riguarda il Concorso, sulle due pellicole italiane, come
Ovunque sei di Placido e
Lavorare con
Lentezza di Guido Chiesa, che hanno dimostrato ancora una volta, come il
nostro cinema sia ancora legato a forme desuete e pedanti di messa in scena che
fanno fatica a scomparire: speriamo in Amelio adesso. Fuori Concorso si è visto
invece
She Hate Me di Spike Lee, che con la sua sferzante ironia ci racconta l'america
di oggi, composta da manager corrotti, lesbiche alla ricerca
dell'amore materno, in un mondo dove la morale ha perso il suo peso. Commedia amara e divertente che ci fa riflettere, anche se non
perfettamente compiuta. Nella sezione Nuovi Orizzonti si è visto invece
Izo
di Takashi Miike, che
ci regala il suo ennesimo capolavoro, dove si descrive la bruta malvagità di un
guerriero che attraversa i secoli fino ad i giorni nostri. Summa
del pensiero del regista sul male che alberga nell'uomo. Film sconnesso, costruito su un pensiero di cinema che non è altro
che una visione intima di un pensiero profondamente autoriale.
In concorso è passato Palindrome di
Todd Solondz, che racconta le disavventure di Aviva
che vuole un figlio per se, ma il suo percorso ci
condurrà in una america perversa e priva d'amore. Grande film di solitudini, che
nello stile grottesco di Solondz diventa occhio sincero e commovente di una realtà
ormai frammentaria. Finalmente arriviamo all'ultimo film di kim
Ki duk in concorso, 3 Iron, che segue le vicende di un
giovane che si intrufola nelle case degli altri, per ricercare i segni di un
affetto smarrito. In una delle sue visita incontra una
donna, che vive un rapporto violento con suo marito; il loro incontro li
porterà a vivere un amore intenso che andrà oltre le barriere delle
convenzioni, per diventare un sogno intramontabile. Film
immaginifico che parla di corpi violentati da un presente corrotto, che trova
solo nello spazio delle emozioni il suo vero significato di esistere Un film che si candida sicuramente al Leone d'oro. Adesso
non ci tocca che aspettare gli ultimi film del concorso, e speriamo in altre
sorprese sparse nelle altre sezioni.
Voto
9