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  20/04/2024 - 01:04

 

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Scanner - cinema
 


Verso la notte degli Oscar 2001: le nominations
Le cinquine dei candidati non convincono troppo nel complesso
Scanner Cinema: lo special sugli Oscar 2001

 




                     di Luca Rotella


Oscar 2001: Diario di bordo
Oscar 2001: la premiazione
Oscar 2001: i pronostici di Scanner
Oscar 2001: le nominations
Il gladiatore
La tigre e il dragone
Traffic
Billy Elliot
Erin Brockovich


E' stata l'attrice Kathy Bates, insieme al Presidente degli Academy Awards, ad annunciare le tanto attese "nominees" o nomination per la 73° Notte degli Oscar che si terrà a Los Angeles il prossimo 25 marzo. Analizzando la lista degli aspiranti vincitori per l'ambita statuetta, forza motrice non del cinema ma dell'industria cinematografica, non si può fare a meno di notare lo sforzo dei membri di trovare una via di mezzo che coniughi l'intrattenimento spettacolo con le scelte d'autore ( forse una parola troppo grossa per Hollywood) o meglio con il cinema meno pop-corn. Non è un caso, infatti, che il re di questa candidature non è "Il Gladiatore" di Ridley Scott, forte delle sue 12 nomination piuttosto Steven Soderbergh che stabilisce un vero e proprio record:due segnalazioni come miglior regista rispettivamente per "Erin Brockovich" e "Traffic". E' proprio il titolo con la bella Julia Roberts, che pare abbia già l'oscar come migliore attrice in tasca, che rappresenta il tipo di cinema da premiare quest'anno, così è facile prevedere che la pellicola si aggiudichi il premio come miglior film .Quale reazione dinanzi a questa probabilità? Senza nulla togliere al piacevolissimo thriller di denuncia sociale con tanto di sfumature ironiche e drammatiche di Soderbergh, non si può fare a meno di provare un po' di sconforto per la mancanza di titoli che per l'irruenza della loro forza ( filmica, emotiva, romantica, poetica che sia) conquistino totalmente, fino al tifo o all'ovazione, lo spettatore. Assegnando ben cinque premi ad "American Beauty", pareva che la giura degli Academy volesse invitare nuovi o già affermati autori a scuotere o almeno analizzare con maggiore corrosività la sensibilità e l'anima della nostra società e, invece, ecco un segnale di ritorno verso storie più edificanti, spettacolari dove poter riconoscere palesemente la sfera della finzione, della fiction seppur nella trattazione di una storia vera come "Erin Brockovich",appunto.Non è un caso, infatti, che eccezione fatta per la storia tratta dalla battaglia giudiziaria animata dalla Roberts, tutti gli altri quattro titoli papabili miglior film, siano tratti da sceneggiature non originali oppure riferite ad un periodo storico-mitico. Certo, va segnalata l'esclusione dell' autocompiacimento dell'uomo americano, messo in scena da Robert Zemeckis in "Cast Away" che riesce a strappare l'unica nomina di rilievo solo grazie all'interpretazione di Tom Hanks ma non si può assolutamente perdonare l'offesa fatta a "Dancer in the dark" di Lars Von Trier, presente solo nella categoria miglior canzone. L'assenza del film, forse il più bello della stagione, premiato con la doppia Palma d'oro a Cannes, è l'emblema dell'enorme distanza che separa il vero cinema, quello d'autore o meno intellettualmente sporco, forte e diretto con quello ridondante e lezioso americano. Ciò che più infuria è l'incapacità di degli americani di scegliere tra il meglio di quello che producono,altrimenti come si spiegherebbe l'esclusione, nella categoria migliore attrice di due strepitose Tracey Ulman di "Criminali da Strapazzo" di Woody Allen e Michelle Pfeiffer di "Le Verità Nascoste" di Zemeckis o ancora la totale assenza di Robert Altman e del suo "Dottor T. and the women" che non è un capolavoro ma che di sicuro è un prodigio, un saggio di regia. L'amarezza, ovviamente, è doppia se si pensa anche che fuori è rimasto il cinema italiano;non ci riferiamo a "Malena" di Tornatore, costruito appositamente per inseguire il "sogno americano" ma a "I Cento passi" di Marco Tullio Giordana. Spulciando tra i titoli segnalati a Miglior Film Straniero notiamo, piacevolmente "Il gusto degli altri" di Agnes Jaoui e pellicole, di cui si parla un gran bene, provenienti dal Messico e dalla Repubblica Ceca; si storce un po' il naso, però, pensando che il pur delizioso "Everybody Famous" di Dedurre,variante fiamminga di "Re per una notte" di Scorsese, presentato all'ultimo Festival di Venezia possa aver scalzato un film così penetrante come quello di Giordana. Del resto qui parliamo di film mentre de "La Notte degli Oscar" ciò che conta è il glamour, la passerella dei divi: chi, come, con chi e cosa indosserà la star del momento, chi piangerà di più con la statuetta in mano. Ah,effimera Polvere di Stelle…..

Voto 5 

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