Billy Elliot - Recensione
Billy Elliot - Presentazione
The Hours
The Reader - A voce alta
Per certi versi il cinema inglese può ringraziare gli anni di piombo in cui la Lady di ferro Margaret Thatcher strizzava l'economia nazionale costringendo torme di operai ad un futuro senza occupazione od a scioperi privi di speranza: è proprio a quel controverso periodo che si sono ispirati Mark Hermann per Grazie, Signora Thatcher! e Peter Cattaneo per The full monty, due divertenti commedie accomunate dal desiderio di riscatto sociale dei protagonisti. Non fa eccezione in tal senso nemmeno Billy Elliot dell'esordiente Stephen Daldry, ultimo fenomeno del Regno Unito in termini d'incassi, che è riuscito nella non facile impresa di mettere d'accordo pubblico e critica. Siamo nel 1984: Billy Elliot è un tranquillo undicenne che vive negli squallidi sobborghi di una cittadina inglese, ha da poco perso la madre, vive con una svagata nonna, il fratello maggiore ed il padre, entrambi minatori, entrambi impegnati in uno sciopero ad oltranza che sta mettendo a dura prova la sopravvivenza della famiglia. La miniera pare costituire il futuro più probabile per Billy, come pure l'unico sport praticabile per un rampollo della classe operaia, come lui, è il pugilato. Il ragazzo non è tagliato per i pugni e finisce spesso al tappeto, ma è proprio in palestra che sboccia la sua improvvisa passione per le lezioni di danza della coriacea Mrs. Wilkinson: lasciati i vecchi guantoni paterni per le scarpette da ballo, Billy dovrà lottare non poco contro l'incomprensione familiare per la sua innata e crescente propensione artistica. Ma siamo pur sempre nell'ambito di una commedia: dopo tanti sfoghi danzanti per i vicoli del suo quartiere, la testardaggine della sua insegnante lo porterà a tentare un'audizione alla prestigiosa Royal Ballet School di Londra. Ed è con l'elettricità liberata ballando che Billy lascerà lo squallore suburbano della città natale per trovare la sua strada e coronare il suo amore per il balletto. Billy Elliot è l'ennesima favola di riscatto sociale: il piccolo protagonista danzando si trasforma in elettricità, lascia la scatola chiusa del suo mondo ristretto per l'arte, smette di essere soltanto un ragazzino della working class, si libera tout court. Una semplice favola, certo, ma dove tutto va per il verso giusto: meno divertente rispetto a The Full Monty ma decisamente più toccante. Per la notte degli Oscar Billy Elliot ha ricevuto tre nominations: miglior regia, miglior attrice non protagonista e miglior sceneggiatura originale. Assolutamente da non perdere.
Billy Elliot, regia di Stephen Daldry, con Jamie Bell, Julie Walters, Gary Lewis, Jean Heywood, Stuart Wells; commedia; Gran Bretagna; 2000; C.; dur. 1h e 50'
Voto
8