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  19/04/2024 - 06:07

 

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Oscar 2001: la premiazione
Commento aIla 73° edizione degli Academy Awards
Scanner Cinema: lo special sugli Oscar 2001

 




                     di Luca Rotella


Oscar 2001: Diario di bordo
Oscar 2001: la premiazione
Oscar 2001: i pronostici di Scanner
Oscar 2001: le nominations
Il gladiatore
La tigre e il dragone
Traffic
Billy Elliot
Erin Brockovich


Bottino abilmente spartito tra i tre grandi favoriti;ecco il responso ufficiale dei giurati degli Academy Awards che ha assegnato cinque oscar a "Il Gladiatore" di Ridley Scott ( miglior film, migliore attore, miglior suono, migliori effetti visivi e migliori costumi) e quattro sia a "La Tigre e il Dragone" di Ang Lee (miglior film straniero, miglior colonna sonora, miglior scenografia e miglior fotografia) sia a "Traffic" di Steven Soderbergh (miglior regia, migliore attore non protagonista, migliore sceneggiatura non originale e miglior montaggio). Moralmente vincitore è senza dubbio il film kolossal di Scott, una dichiarazione implicita di come gli Stati Uniti, nella povertà della loro cultura, a suon di miliardi cercano di appropriarsi della nostra, trasfigurandola con una serie di falsi storici nascosti subdolamente con l'appellativo di "licenze poetiche"? Cosa altro si può leggere nell'assegnare il titolo di miglior film ad una pellicola che sicuramente non è un capolavoro e che certamente non brilla di originalità.Un verdetto, quello dei giurati degli Academy, deludente e che si vuol far perdonare dalla ripartizione, quasi equa, nelle altre categorie e da rare scelte coraggiose che quasi spiazzano.La prima è l'assegnazione del premio come migliore attrice non protagonista a Marcia Gay Harden per l'intensa prova offerta in un film indipendente come "Pollock" di Ed Harris e l'altra è l'oscar, finalmente assegnato, a Bob Dylan per "Things have changed", brano tratto dal film di Curtis Hanson "Wonder Boys" ed eseguito da Dylan e la sua band, in diretta da Sydney in Australia. Eccezione fatta per questi due premi, non ci sono sorprese o meglio tutti si aspettavano il tris di Tom Hanks, che concorreva come migliore attore in "Cast Away" di Robert Zemeckis, ma gli è stato preferito Russel Crowe per "Il Gladiatore". Altra decisione piuttosto discutibile se si considerano le interpretazione più sofferte di Javier Bardem che era uno straordinario Reinaldo Arenas in "Prima che sia notte" di Julian Schanbel, Ed Harris un magistrale "Pollock" e Goffrey Rush, ambiguo ed inquietante al punto giusto per essere un perfetto Marchese De Sade. Si finisce così per gioire di quei riconoscimenti, sicuramente meritati ma ampiamente scontati come il premio alla migliore attrice, una Julia Roberts raggiante con il suo oscar tenuto ben stretto tra le mani, così come intontito dalla statuetta è parso Benicio del Toro, migliore attore non protagonista. Entrambi gli attori sono stati diretti da Steven Soderbergh rispettivamente in "Erin Brockovich" e in "Traffic"; un'ulteriore conferma del suo talento di plasmatore di attori che viene confermato dall'oscar proprio come miglior regista ("Traffic").Premio quest'ultimo che si credeva potesse andare ad Ang Lee e al suo "La Tigre e il Dragone", la cui statuetta più importante resta quella vinta nella categoria miglior film straniero. La pellicola di Taiwan riesce a rubare, però, il premio al nostro Ennio Morricone che concorreva nella sezione miglior colonna sonora per l'ultima fatica di Tornatore "Malèna".Bisogna così aspettare il premio Irvin Thalberg, assegnato a Dino De Laurentiis per poter parlare del cinema italiano. Il produttore, di cui sono state ricordate le origini napoletane, lancia un appello affinché sia dato lo giusto spazio e le opportunità a nuovi talenti e a fresche idee in grado d'imporre il cinema nostrano ai livelli internazionali di un tempo emulando Fellini o Roberto Rossellini, la cui diffusione in America si deve proprio allo stesso De Laurentis. Grazie a lui per alcuni secondi , oltre alla maestosa scenografia, ai lustrini e alle pailletes tipicamente Hollywoodiani, abbiamo rivisto i volti indimenticabili di Ingrid Bergman in "Europa 51" e di Giuletta Masina ne "La Strada" e "Le Notti di Cabiria". Sequenze che segnano la differenza tra il grande cinema e lo show business, quello che oramai da oltre settant'anni rappresenta "La Notte degli Oscar". Da domani nuovi ritocchi alle locandine dei film vincitori, nuova campagna pubblicitaria, nuova programmazione e la macchina macina soldi può rimettersi in moto.

Voto 5 

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