Viva Zapatero!
Draquila - L'Italia che trema
È la notte del 6 aprile 2009 quando la terra trema a L’Aquila: muoiono oltre
trecento persone, crollano gran parte degli edifici del capoluogo abruzzese,
l’intero centro storico viene evacuato a tempo indeterminato e la successiva
gestione della crisi trasforma una città di settantamila abitanti in una sorta
di inquietante laboratorio. Sabina
Guzzanti ha cercato di ricostruire con obiettività quanto è successo
intervistando (spesso con difficoltà) cittadini, tecnici e personaggi
istituzionali, limitando la sua irrestibile verve
satirica a godibili ma dolceamari siparietti comici
animati e non, compresa l’immancabile comparsata nei panni della sua
personale versione di Berlusconi.
Stando a Draquila
il premier, in
forte crisi di consensi nella primavera scorsa, avrebbe intravisto nella
gestione della tragedia la possibilità di far risalire la sua popolarità, poi
l’ha affidata alla Protezione civile nella persona di Guido Bertolaso con
l’obiettivo di ricostruire la città senza troppa attenzione alla sua storia ma
all’affare che poteva rappresentare. Ecco dunque che, invece di ristrutturare L’Aquila
è invece partita la campagna pubblicitaria dell’edificazione di una New Town
che avrebbe accolto i cittadini sfollati, metà ospitati nella
strutture alberghiere della costa e metà nelle tendopoli: i primi
appartamenti ammobiliati ed accessoriati (con lo spumante italiano in frigo per
festeggiare) da consegnare a settembre in occasione del compleanno del premier. E intanto il centro storico è rimasto coperto di macerie e trasformato
in una città fantasma con un unico abitante, il Prof. Raffaele Colapietra, che ha
superato le intimidazioni istituzionali ed è rimasto nella sua casa dopo aver
speso i pochi euro necessari a metterla in sicurezza. E si continua con la
geniale idea di spostare il G8 dalla prevista sede della Maddalena – dopo un
investimento di oltre trecento milioni di euro – a
L’Aquila con un piccolo investimento aggiuntivo di altri centottantacinque
milioni per far conoscere al mondo la tragedia del recente terremoto, per
quanto la lista delle relative spese inneschi un inevitabile senso di nausea
negli spettatori più sensibili… La Guzzanti poi trae le
somme di siffatti progetti, innescati da una legge che aleggia minacciosa sugli
ignari italiani equiparando l’emergenza al grande evento, poi ne individua più
di una trentina, molti curiosamente di natura religiosa e non sempre
d’interesse immediato ai più. Alcune testimonianze sono spari nel buio che
vanno diritti allo stomaco, come un padre giornalista che ha sinceramente
creduto alle previsioni non allarmistiche (e le ha persino pubblicate)
sull’attività sismica successiva al grande terremoto
che ha ridotto l’Aquila ad un cumulo di macerie e così ha perso i suoi due
bambini. O l’ipotesi su un allarme sismico ignorato
precedente di quattro mesi rispetto al sisma della primavera 2009. O
ancora l’indignata riflessione di chi non ha più venticinque anni e la
possibilità di lasciare un paese che ha perso se
stesso, e poi riflette sulla crisi di valori e sul marciume etico dell’Italia
presente che non si può sbrigativamente bollare con un “tanto passa”, perché
col passare degli anni semmai tutto peggiora e all’orizzonte nessuno si fa
avanti a cambiare le cose. E come dimenticare le intercettazioni telefoniche
degli sporchi speculatori che in barba ai morti ed ai feriti hanno riso alla
notizia del sisma pensando ai futuri guadagni che ne avrebbero
tratto? Al di là del suo approccio estetico d’impronta
televisiva Draquila è soprattutto un
risentito esempio di giornalismo d’inchiesta, lucido ed anche piuttosto
equilibrato, un
documentario che lascia l’amaro in bocca e molto fa riflettere su cosa stia
diventando una nazione che riesce a gestire una tragedia in questo modo. E non
fa meno tristezza che debba essere un’artista satirica come la
Guzzanti a prendersi la briga di denunciarlo.
Assolutamente da vedere.
Draquila - L'Italia che trema, regia di Sabina Guzzanti; documentario; Italia; 2010; C.; dur. 93’
Voto
7/8