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  20/04/2024 - 00:30

 

  home>musica > rock

Scanner - musica
 


Morcheeba
Fragments of freedom
[China Records/Wea 2000]

 




                     di Paolo Boschi


Charango
Fragments of freedom
Big Calm
Morcheeba's Portrait


I Morcheeba sono in evoluzione, almeno stando a Fragments of freedom, il loro terzo ed ultimo album, arrivato dopo l'esordio nel 1996 con Who can you trust? e l'esplosione della band nel 1998 con lo splendido Big calm, che presentava un brano memorabile come The sea a sfoggiare in mezzo ad una track list di altissimo livello. Il trio londinese conferma la sua capacità di creare alchimie sonore tra la magica voce della cantante Skye Edwards, il talento campionatorio di Paul Godfrey e la raffinata chitarra di Ross Godfrey. Quello che sempre ha impressionato nei Morcheeba è la loro capacità di 'pescare' letteralmente sonorità disperse nel patrimonio del pop, del folk, del rhythm'n'blues, del reggae, dell'hip hop e quindi miscelarle sapientemente all'elettronica ed al sound del trip hop, etichetta all'interno della quale erano stati inclusi al loro esordio ma che ormai da tempo si è dimostrata inadeguata a definire la loro musica. In primo piano in Fragments of freedom è decisamente la solarità, la gioia, l'energia ed il soul, genere privilegiato di riferimento, almeno per stavolta. Si comincia in modo defilato con l'ombrosa ed avvolgente World looking in, colorata suggestivamente dalle intense vibrazioni jazzate assicurate dalla voce di Skye Edwards. Già il primo pezzo in scaletta prefigura che le nuove vie musicali che i Morcheeba hanno deciso di sperimentare vanno in direzione più 'commerciale' e 'radiofonica' per la semplicità dei contagiosi ritornelli: non a caso è proprio questo che accade nell'irresistibile crescendo soul di Rome wasn't built in a day, il primo singolo estratto dall'album. Addirittura il brano successivo, Love is rare, accellera verso un funky, abbastanza contenuto sotto il profilo ritmico ma con momenti quasi disco: il gioco della contaminazione prosegue a ruota anche in Let it go, che ha un attacco che inganna richiamando i Morcheeba di Big calm per poi evolversi in chiave privilegiatamente elettronica. Dopo un intermezzo - in Fragments of freedom se ne contano tre, uno in riuscita chiave di hip hop - si ricomincia all'insegna della disco prima con A well deserved break e quindi con Shallow end. Da segnalare anche Be yourself e l'intrigante Good girl down. Dopo le citazioni del sound dei magnifici anni Sessanta in Big calm, i Morcheeba hanno spiazzato i loro fans divertendosi con il soul ed i generi collaterali al rhythm'n'blues dei Settanta (leggi funky e disco): hanno fatto centro anche stavolta, in attesa della prossima sterzata sonora.

Morcheeba, Fragments of freedom [China Records/Wea 2000]

Voto 7+ 

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