Charango
Fragments of freedom
Big Calm
Morcheeba's Portrait

Certe cose si avvertono fin dal primo momento, semplicemente: tra queste rientrano Big Calm e l’assoluta certezza che la sua originale miscela lo renderà un album memorabile, un disco destinato ad emergere tra le maglie del tempo ed i grovigli dello showbiz. Esageriamo aggiungendo che il disco creerà nell’immaginario dell’ascoltatore (rapito da siffatto sound) un rigenerante senso di attesa per le future prove del gruppo. Opera seconda della formazione inglese dei Morcheeba - composta dalla cantante Skye Edwards e dai fratelli Ross e Paul Godfrey -, Big Calm propone un insolito esempio di contaminazione tra trip hop, soul, blues canonico e rhythm'n'blues, un tipo di musica neanche eccessivamente sperimentale ma che sembra destinata a lasciare una traccia profonda di sé. Ciò che stupisce fin dal primo ascolto è la magia che letteralmente traspare da alcuni brani, in particolare dal primo della tracklist, ovvero l’intenso e suggestivo The sea, che sembra fatto su misura per la splendida voce della Edwards, dalle morbide ed accattivanti screziature jazz. Sulla voce della cantante solista e sugli arpeggi di chitarra di Ross Godfrey sono costruite due delicate ballate come Part of the process e Over and over. Più spostato sul versante trip hop l'ottimo Shoulder Holster, dove si avverte un affascinante sottofondo di sitar, lo strumento privilegiato per colorare di esotismo, talvolta estemporaneo, le tramature delle canzoni. All’interno del suo percorso di undici brani Big Calm presenta anche un esperimento di reggae anomalo in Friction e la strumentale Diggin' a watery grave, nel quale il sitar è utilizzato in modo davvero molto inusuale per un brano blues. Ma di brani da considerare propriamente trip hop figurano in pratica soltanto la strumentale Bullet proof e la title track. Alla loro seconda prova i Morcheeba hanno realizzato un album del tutto privo di punti deboli: ne consigliamo vivamente l'ascolto reiterato ad libitum.

Voto 8