Blur's Profile
The best of Blur
Gorillaz
Think Tank
Nel
mondo della musica per fortuna talvolta le chiacchiere passano in secondo
piano: a parlare restano solo le belle canzoni. E’ il caso dei Blur, recentemente tornati in studio a
quattro anni di distanza dal precedente 13 per registrare le
tracce di Think Tank, il primo album realizzato dal gruppo senza
la chitarra di Graham Coxon. Non a caso le riviste specializzate negli ultimi
anni avevano parlato degli ex alfieri del cosiddetto brit-pop in merito
a questa separazione ed ai progetti solisti del cantante Damon Albarn (in particolare
l’impegno con il gruppo virtuale dei Gorillaz), dando
l’impressione che i Blur
fossero morti e sepolti. Think Tank dimostra esattamente il
contrario: i tre Blur superstiti sono vivi e vegeti, pieni di ottime idee
(forse anche troppe) e sempre più lontani dalla spensieratezza talora fine a se
stessa che ne aveva caratterizzato gli esordi. Il periodo brit-pop per Albarn e soci è sempre più
lontano dunque, dato che le tredici tracce di Think Tank sembrano
voler portare agli estremi le sperimentazioni condotte in 13, ma
la sensazione di fondo è che i Blur, nel perseguire
molteplici direzioni musicali, riescano ancora a divertirsi ed intrigare il
gentile pubblico nel contempo. L’ultimo album del gruppo di Damon Albarn, a voler
ricercare un’immagine suggestiva, sembra una penna che ondeggia nell’aria e che
il vento trasporta nei climi più diversi senza farle mai toccare terra: Think
Tank, nonostante occasionali asperità punk e hard rock,
resta sempre un album percorso da una vena di leggerezza che, inspiegabilmente,
attraversa canzoni tanto eterogenee. La molteplicità del disco si apre con le
ombrose divagazioni elettroniche di Ambulance, si dilata nella melodia
pensosa e sperimentale della splendida Out of time, l’indiscusso
capolavoro della tracklist, torna verso terra con il rutilante rock
sporco di Crazy beat, risale verso vette contemplative con la
malinconica ballata Good song, ridiscende con i vorticosi giri di basso
di On the way to the club, sterza ancora con il ritmo contagioso di Brothers
and sisters, si fa più trascendentale con Caravan, cala
vertiginosamente verso le profondità punk della velocissima We’ve got
a file on you, svolta verso i rockeggianti bassopiani etnici di Moroccan
peoples revolutionary bowls club, lievita ancora verso le sommità della
dolcissima Sweet song, s’intreccia negli sperimentali labirinti acid
jazz di Jets, si aggroviglia ancor più nel mosaico sonoro di Gene
by gene e chiude il discorso con l’escursione di basso di Battery in
your leg. Un
disco poco omogeneo ma terribilmente intrigante che conferma che i Blur sono vivi e creativi.
Blur, Think Tank [Emi 2003]
Voto
7/8