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Il nostro teatro è pieno di musica
E la musica diventa un cardine nella rottura dei confini disciplinari
Speciale convegno Musiche in scena, convegno per un nuovo teatro musicale
Al Teatro Studio di Scandicci, sabato 29 marzo 2003

 




                     di Massimo Marino


Bilancio di Musiche in Scena
Programma del convegno per un nuovo teatro musicale
Arti sceniche: lo special di Scanner
Musiche in scena: un primo bilancio in tempo reale
Stefano De Martin: un confronto multidisciplinare
Massimo Marino: la musica, un cardine di rottura dei confini disciplinari
Giancarlo Cauteruccio: Musica delle mie brame
Fulvio Cauteruccio: come è nato Roccu u stortu
Renata Molinari: appunti per azioni in musica
Giordano Montecchi: oltre l'opera
Simonetta Pecini: riflettere per dialogare
Massimo Luconi: riflessioni sul teatro musicale
I percorsi di contaminazione tra rock e scena in Italia
Il ritorno del musical
Teatro Studio di Scandicci: Stagione teatrale 2002/03
Ico No Clast
Roccu u Stortu
La Tempesta
Koreja e Raiz: Brecht's Dance la danza del ribelle
Gogmagog: L'alba e la notte. Partitura
Kinkaleri: Tono
Kinkaleri: Otto
Teatrino Clandestino: Iliade


E' quasi dovuto, credo, un momento di riflessione, una giornata di lavoro sul teatro musicale. Vorremmo che l'occasione fosse davvero diversa dal solito convegno, che fosse, come è stata l'iniziativa analoga di Lecce, quasi un flusso radiofonico costellato di ascolti, di immagini, di pensieri, di racconti, di esperienze, di ragionamenti e di confronto tra strutture che operano. E' un evento dovuto in un teatro dove da anni lavora la compagnia Krypton che, dagli inizi degli anni Ottanta, ha posto la musica in una prospettiva che ben al di là della semplice colonna sonora. Un elemento costitutivo della drammaturgia, uno stimolo creativo nel processo di costruzione dello spettacolo, che si affianca ad altri elementi come l'immagine, la presenza del corpo.

Musiche in scena arriva a coronare una stagione che, per vari motivi, ha visto degli interessanti esperimenti sul tema del teatro musicale delle compagnie residenti e delle compagnie ospiti: dal Teatrino Clandestino che, con L'Iliade ha affidato il sonoro e quindi il racconto, da un software generato dal corpo, dal movimento degli attori, sino a Iconoclast di Fulvio Cauteruccio e Giampaolo Spinato (una rivisitazione dei Sex Pistols, con Beppe Voltarelli del Parto delle Nuvole Pesanti in scena), la ripresa di Roccu u stortu, ma anche gli spettacoli di Kinkaleri, che hanno un altro uso della musica (non c'è più il cantante carismatico, ma un flusso costante metropolitano), quello di Koreja e Raiz (Brecht's Dance la danza del ribelle), L'alba e la notte. Partitura, di Cristina Abbati di Gogmagog (un recital lirico, poesia e musica dal vivo). Il nostro teatro è pieno di musica e la musica diventa un cardine nella rottura di certi confini disciplinari: è quindi interessante mettere a confronto esperienze nate in momenti diversi su un tema presente, forte, centrale, come la musica. Sarà un caso, ma il nome del convegno è lo stesso dell'aggiornamento della Storia dell'opera Utet, che si apre all'operetta, alle colonne sonore del cinema e del teatro. Anche a livello accademico inizia insomma a comprendere che l'opera, che ha dato per secoli lo stigma della nostra civiltà musicale (tanto che l'Italia ha avuto, solo in sub ordine, anche una tradizione strumentale), oggi va a confrontarsi con altri modi di produrre musica legati a un'azione scenica o performativa. Musiche in scena è quindi un importante momento di raffronto fra artisti ed esperienze diverse, ma anche una domanda, un'esortazione rivolta verso le strutture che operano in ambito teatrale e musicale, affinché escano dai loro rigidi confini produttivi nel momento in cui sempre più artisti rompono i generi per aprire nuove frontiere di sperimentazione.

Voto 8 

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