partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


Niccolò Falchini
Le nubi volano basse
John Ajvide Lindqvist
Una piccola stella
Massimo Gramellini
Fai bei sogni
Joe R. Lansdale
Cielo di sabbia
Antonio Tabucchi
Tristano muore
Christopher Wilson
Il vangelo della scimmia
Simonetta Agnello Hornby
La monaca
Rosario Palazzolo
Concetto al buio
Michele Cecchini
dall’aprile a shantih
Fabrizio e Nicola Valsecchi
Giorni di neve, giorni di sole

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  25/04/2024 - 11:21

 

  home>libri > narrativa

Scanner - libri
 


Daniel Pennac
Ecco la storia
Milano, Feltrinelli, 2003; pp. 320
Un intrigante romanzo tra autobiografia e metaletteratura

 




                     di Paolo Boschi


Gli esuberati (di Pennac-Tardi)
La passione secondo Thérèse
Signori bambini
Ecco la storia


Per uno scrittore è un’innegabile fortuna riuscire a creare un filone di successo e, nonostante l’implicita serialità dell’operazione, in grado di mantenere una qualità notevole sotto il versante letterario ad ogni nuovo episodio. Daniel Pennac è diventato a buon diritto famoso appunto grazie alla geniale invenzione della tribù Malaussène, che ha dato avvio ad una felice saga familiare le cui uscite ormai da diversi anni sono attese con ansia dal sempre più crescente nugolo di estimatori di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e variopinta compagnia di amici e parenti. Ma a Pennac va dato il merito di essere uno scrittore vero, in possesso di una fervida creatività, come si è visto in Signori bambini, in cui comunque emergevano qua e là influssi dell’epopea romanzesca malasseniana, e come si evince dalla lettura della sua ultima fatica metaromanzesca, intitolata Ecco la storia, in cui lo scrittore transalpino sembra aver cambiato passo rispetto alla sua produzione precedente, forse eccettuando il saggio Come un romanzo, dedicato all’arte della lettura. La volontà di cambiamento espressa da Pennac in questo romanzo spicca a partire dall’incipit, che non a caso si apre significativamente con un condizionale, spiegando che tipo di storia ci attende: “Sarebbe la storia di un dittatore agorafobico" che, volendo sfuggire all’orribile predizione sulla propria fine, sceglie un sosia, che a sua volta sceglie un sosia, che a sua volta sceglie un sosia. In Ecco la storia Pennac racconta la storia dell’autore che racconta la storia di tutti i suoi sosia, scegliendo dunque di giocare a carte scoperte con il lettore, manifestando il delicato meccanismo dell’opera, un metaromanzo, ovvero una riflessione sul romanzo nel suo farsi, e precisando subito il ricorso ad un soggetto tipicamente romanzesco, come il sosia. Siamo a Teresina negli anni Trenta, in una classica repubblica delle banane sudamericana (di fantasia, ça va sans dire) in cui regna il classico dittatore, Manuel Pereira da Ponte Martins, per tutti solo Pereira, asceso al potere trucidando il suo predecessore, somigliante a Rodolfo Valentino, agorafobico perché un’infallibile maga gli ha svelato che lui, l’orecchio del proprio paese, morirà sopraffatto dalla folla inferocita. La storia continua con l’insediamento (segreto) al potere di un sosia di Pereira, mentre il vero dittatore tenterà di sfuggire al destino e di godersi la vita in un interminabile viaggio per l’Europa. Ma accadrà che il sosia, ammorbato a sua volta dal fardello del comando, sceglierà altri due sosia, due gemelli, per cercare fortuna nel cinema, colpito sulla via di Damasco dalla visione de La febbre dell’oro di Chaplin, partito con un proiettore in spalla alla volta di Hollywood ma costretto dal destino a diventare un sosia al quadrato (di Chaplin che si finge Valentino, nientemeno). Ma Ecco la storia non è un romanzo rettilineo, bensì un mosaico narrativo dalla struttura eptapartita in cui Pennac si diletta ad entrare nella storia in prima persona, raccontandone la genesi in prospettiva autobiografica, alternandosi tra le distinte storie dei vari sosia, facendo spesso macchina indietro, addirittura introducendo nel romanzo nel suo farsi un personaggio di carta presentandolo come persona reale - la geniale invenzione di Sonia, oggi una vecchia signora, in gioventù testimone della straordinaria morte del secondo sosia in un cinema durante la proiezione de Il grande dittatore -, addirittura stimolatrice della successiva creazione narrative e lettrice simpaticamente critica del romanzo scritto da Pennac fino a quel momento. Con simili presupposti si potrebbe prefigurarsi Ecco la storia come un libro troppo intellettualistico per intrigare il fedele pubblico di Pennac, ma simile pregiudizio è destinato a scomparire come neve al sole con la lettura del primo capitolo: siamo infatti davanti ad un delizioso, imperdibile esempio di metaletteratura che inchioderà il lettore fino all’ultima pagina con una serie di mirabolanti invenzioni.

Daniel Pennac, Ecco la storia, Milano, Feltrinelli, 2003; pp. 320

Voto 8½ 

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner