La tigre e la neve
Regia di Roberto Benigni
Cast: Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Jean Reno, Giuseppe Battiston, Tom Waits; commedia; Italia; 2005; C.
amore, guerra e... poesia
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La tigre e la neve
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La vita è bella
Tripletta da Oscar per Benigni
Benigni Roberto di Luigi fu Remigio
E l'alluce fu
Per amare questo film
basterebbe la splendida definizione che Benigni
ha architettato per spiegare alle figlie adolescenti (del suo impagabile
protagonista) cosa sia la poesia: se stesso da bambino, un uccellino che plana
sulla sua spalla, il cuore che inizia a palpitare forte, l’incapacità di
condividere questa grande suggestione con la madre, donna pur sensibile, la
scelta di diventare poeta per spiegare un’emozione a chi ti legge, scegliendo
le parole giuste per fargliela sentire dentro, non una di più né una di meno.
Difficile trovare una definizione più semplice ed efficace per il concetto di
poesia, ma Benigni
d’altra parte è stato capace d’incantare il gentile pubblico declamando
l’ultimo canto del Paradiso dantesco
in un luogo fuori contesto come lo schermo televisivo, arrivando comunque allo
scopo, un artista
che dell’afflato lirico ha fatto un’arte d’intrattenimento qualificato. Il
protagonista de La tigre e la neve
si chiama Attilio
– come l’amato Bertolucci –, fa il poeta ed insegna poesia all’università, è
padre due figlie, è separato, ed ogni notte sogna di sposarsi in guisa discinta
e biancovestita con la stessa donna, nello stesso posto, con gli stessi
convitati, e sempre con Tom Waits che canta
in sottofondo la magnifica ballata You
can never hold back spring con la sua impareggiabile ugola cartavetrata.
Nella vita quotidiana il nostro eroe cerca di avverare in ogni modo il suo
sogno impalmando la bella Vittoria,
che condivide con lui l’ambito letterario – è una studiosa intenta a scrivere
la biografia del maggior poeta iracheno vivente, Fuad, peraltro vecchio amico
di Attilio – ma che non sembra avere intenzione alcuna di ricambiarne l’amore. Fuad, da
anni residente in Francia, decide di far ritorno al natio Irak in vista
dell’imminente guerra con gli americani – l’azione è ambientata nella primavera
del 2003 –: Vittoria lo raggiunge per terminare il libro e, vittima di un
attentato, finisce su un lettino d’ospedale in coma, sospesa tra la vita e la
morte. Appresa la notizia, Attilio raggiunge l’amata in Irak e, con
un’ostinazione capace di abbattere qualunque ostacolo gli si pari innanzi,
cerca un modo per salvarla oltre ogni ragionevolezza, costretto a scovare in
fretta i medicinali necessari, introvabili nella Bagdad sotto assedio. Ma da un
poeta ci si può a buon diritto attendere un amore in grado di smuovere le
montagne e superare un deserto a piedi. Non siamo ai livelli eccelsi de La vita è bella,
ma anche La tigre e la neve – titolo nonché condizione impossibile di un
amore senza speranza… – annovera molteplici frecce filmiche al proprio arco:
innanzitutto un Benigni in
grande forma, che ha trovato in Attilio un nuovo personaggio di chapliniana
memoria, quindi numerose citazioni dei maggiori poeti d’ogni tempo felicemente
integrate nel tessuto narrativo, almeno un tributo onirico (riuscitissimo)
consumato per il nume tutelare di Fellini, molte battute (non solo atte al
riso) da ricordare – il clou: "Come sono belle le donne quando
decidono di fare l'amore tra poco" – ed infine il tentativo (che qualcuno
potrà anche ritenere pleonastico) di affrontare la contemporaneità sempre e
comunque, anche nei suoi momenti di più imbarazzante tragedia. Un film
assolutamente da non perdere.
La tigre e la neve, regia di Roberto Benigni, con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Jean Reno, Giuseppe Battiston, Tom Waits; commedia; Italia; 2005; C.; dur. 1h e 58'
Voto
8
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