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  27/04/2024 - 04:51

 

  home>musica > cult

Scanner - musica
 


Tom Waits
Mule variations
[Epitaph 1999]

 




                     di Paolo Boschi


E' l'indiscusso maestro degli outsiders. Cantautore, musicista di culto, occasionale attore e sceneggiatore, Tom Waits č una figura di perdente quasi mitico, con cinquant'anni mal portati sulle spalle, una voce di notevole ruvidezza, malinconia, profonditŕ. Da sempre l’artista americano vanta vendite limitate, ma anche senza nessun disco in classifica č (giustamente) considerato uno dei maggiori autori degli States. Dopo cinque anni di silenzio, Waits torna sulla scena a modo suo, con un disco dal titolo stravagante, Mule variations, ed un nuovo contratto con l'etichetta indipendente Epitaph. Il nuovo album si presenta davvero molto ricco dal punto di vista musicale: in sedici brani Tom Waits dŕ una complessiva rilettura dei generi musicali da sempre a lui cari, con il jazz e (soprattutto) il blues decisamente in primo piano. Big in Japan impronta subito il disco con una struttura a vortice discordante tra la voce al catrame di Waits ed una batteria quasi ipnotica. Segue a ruota il blues sporco della ruvida Lowside of the road, una canzone dalla valenza quasi programmatica nella musica di Waits, un blues molto old style, come in Chocolate Jesus (con tanto di galline di sottofondo). Ci sono anche un pugno di quelle sue ballate insostenibili, cantate con la sua voce impastata da troppo alcool e sigarette, ma capace di irresistibili spunti di dolcezza - alludiamo rispettivamente ad Hold on, House where nobody lives, Picture in the frame, Pony e la splendida Georgia Lee -. Le divagazioni del 'mulo' blueszy continuano poi in Get Behind the mule, in Cold water, in Eyeball kid - quasi un disco nel disco per le assonanze ritmiche che contraddistinguono e legano questi brani -. Un album di livello assoluto.

Tom Waits, Mule variations [Epitaph 1999]

Voto 8˝ 

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