All'inizio,
come spesso accade nelle traslazioni dai Marvel Comics al grande schermo, c'era
un supereroe per caso, concepito da Stan Lee e Jack Kirby nel 1962 ed
ovviamente dotato dei superproblemi divenuti il marchio di fabbrica della casa
delle idee: Bruce Banner,
scienziato in forza all'U.S. Army, per salvare un avventato ragazzo rispondente
al nome di Rick Jones dall'esplosione di una bomba Gamma sperimentale nel
deserto, finì per esporsi ad una dose letale di raggi Gamma. Sopravvissuto,
Banner scoprì a sue spese che le radiazioni gamma incamerate, in sintonia con
le proprie emozioni, sfociavano in una mostruosa metamorfosi che trasformava
l'uomo in un colosso superforte col passare del tempo sempre più
incontrollabile, prima caratterizzato da una pigmentazione grigia,
successivamente verde. Le origini fumettistiche del personaggio rileggono in
chiave contemporanea La strana storia del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson,
aggiungendo il richiamo attualizzante delle radiazioni, onnipresente nei
principali eroi della Marvel anni Sessanta - i raggi cosmici dei Fantastici Quattro,
il ragno radioattivo dell'Uomo Ragno, l'isotopo
radioattivo che rende cieco Devil acutizzando gli
altri sensi e dotandolo di un senso radar, e gli X-Men, nati con un bagaglio
cromosomico diversificato dalle radiazioni, tanto per citare i maggiori -. In Hulk Ang Lee ha offerto una rilettura
del personaggio assai ricca d'immaginazione, estremamente vivace sotto il
profilo visivo, ma in buona sostanza filologicamente scorretta: per realizzare
questo blockbuster di marca fantastica da 120 milioni di dollari di budget
Ang Lee ha abbandonato la genesi 'nucleare' per la genetica, miscelando il
tutto con dosi massicce di computer graphic (con una grossa mano degli
specialistici dell'Industrial Light & Magic) e di tragedia greca. Per
realizzare graficamente il mostro verde dapprima si è pensato a catturare
espressioni e movimenti di Eric Bana
puntando ad una rappresentazione abnorme ed esasperata del semisconosciuto
protagonista australiano ma, dato che Ang Lee non era
soddisfatto del risultato, la banca-dati elettronica hulkiana è stata ampliata
con corpi di culturisti, muscolature animali, addirittura i volti della bella
Jennifer Connelly e del regista taiwanese: sorprendentemente materiali così
eterogenei si sono armonizzati in modo convincente, offrendo un risultato che
compete con il Gollum de Le due torri. L’autore
del pluripremiato La
tigre e il dragone ha riletto il golia verde ispirandosi alle ultime
evoluzioni in chiave psicanalitica del personaggio, ipotizzando la chiave
dell'insopprimibile ardore distruttivo di Hulk in un irrisolto rapporto col
padre David Banner, ex scienziato e precursore delle ricerche di Bruce Banner.
A prescindere delle spettacolari esplosioni di rabbia del pompatissimo mostro,
l'intelaiatura tragica del film finisce inevitabilmente per appesantire la
trama. I numerosi estimatori del colosso color smeraldo sono dunque avvertiti.
Da segnalare un gustoso doppio cammeo che vede protagonisti Stan “The
Man” Lee, il creatore del Marvel
Universe negli anni Sessanta, e Lou Ferrigno, l’attore che prestò faccia e
muscoli al famoso serial televisivo dedicato ad Hulk negli anni Ottanta. Secondo
tradizione all’Hulk su celluloide
è stato già affiancato l’immancabile videogame
ed un’infinita serie di gadgets ludici.
Hulk (The Hulk), regia di Ang Lee, con Eric Bana, Jennifer Connelly, Sam Elliott, Nick Nolte; azione/fantastico; Usa; 2003; C.
In uscita in Italia il 29 agosto 2003
Voto
6/7
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