Full Frontal
Regia di Steven Soderbergh
Cast: Julia Roberts, Blair Underwood, David Duchovny, Nicky Katt, Catherine Keener, Mary McCormack, David Hyde Pierce, Brad Pitt; commedia; Usa; 2002; C.
Sperimentale, indipendente, senza filtri
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Contagion
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Sesso, bugie e videotape
Raccontare
un film come Full Frontal,
ennesimo esempio della prolificità di Steven Soderbergh, è un
compito ingrato ed ai limiti dell’impossibile. Diciamo che la definizione di sequel
non dichiarato di Sesso, bugie e videotape
è falsa come la ventilata notizia del nudo integrale di Julia Roberts (smaccata
bugia ma ottimo veicolo promozionale): di vero invece c’è che Full Frontal,
presentato a Venezia 2002 nella sezione “Controcorrente”, segna il ritorno di
Soderbergh al cinema indipedente e sperimentale. Girato a basso budget in
appena diciotto giorni, questo film è costruito molto sull’improvvisazione e
verte intorno all’intrecciarsi delle storie di sette personaggi orbitanti in
qualche modo intorno al variegato molto del cinema nell’arco di ventiquattro
ore: due tra i caratteri principali (Julia Roberts e Blair Underwood) hanno un doppio
ruolo, in quanto sono anche i protagonisti di un film nel film, dotato
addirittura di titoli di testa autonomi, ovviamente fittizi. Il film di secondo
grado apre Full Frontal e continua a sovrapporsi di continuo al plot principale,
da cui si diversifica a causa di una scelta registica classica e convenzionale,
mentre le sette storie di ordinaria (ma non troppo) quotidianità sono riprese
con la telecamera a mano – e dunque le relative sequenze risultano sgranate e
leggermente mosse, quasi in stile “Dogma” – ed intervallate dalle interviste
dei vari attori che poi Soderbergh ha
inserito nella trama in fase di montaggio. L’unico vero fil rouge interno
al cast è il produttore Gus (David Duchovny), alla cui festa di compleanno
convergeranno tutti i personaggi, ovvero Nicholas e Catherine (equivalenti anche a Calvin e Francesca, interpretati
da Blair Underwood e Julia Roberts),
la donna in carriera Lee, esperta in colloqui attitudinali ed in procinto di
lasciare il marito Carl, sceneggiatore licenziato (in una sequenza davvero
esilarante) ed in ansia per il probabile divorzio, la sorella single di
Lee, cioè la massaggiatrice Linda, cui tutti cercano di trovare un fidanzato e che
su Internet ha preso appuntamento con un regista ed autore che ha scritto un
dramma su Hitler, di cui vediamo schegge delle prove dell’attore protagonista
(settimo ed ultimo personaggio). Quasi estremo nel suo sperimentalismo, Full
Frontal è un
film che esige un notevole sforzo dallo spettatore per la mancanza di una
precisa linea narrativa, ma riesce a regalare frammenti della realtà di un
ambiente e delle persone coinvolte nel progetto (talvolta anche brandelli
umoristici). Alcune battute sono a dir poco fulminanti, come l’aforisma “La
realtà è il supermercato della merda”. Da segnalare anche un cameo di Brad Pitt nei panni di
se stesso. A metà tra la stravaganza creativa e l’exercice
de style senza filtro, indubbiamente un esperimento intrigante
sotto il profilo concettuale.
Full Frontal, regia di Steven Soderbergh, con Julia Roberts, Blair Underwood, David Duchovny, Nicky Katt, Catherine Keener, Mary McCormack, David Hyde Pierce, Brad Pitt; commedia; Usa; 2002; C.; dur. 1h e 41'
Voto
7
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