Generazioni
Martin Mystère Special
Vent'anni con Martin Mystère
Martin Mystère Gigante # 7
Martin Mystère Gigante # 8
Almanacco del Mistero 2002
Almanacco del Mistero 2003
Martin Mystère & Nathan Never, team-up Bonelli
Storie da Altrove: Sherlock Holmes
Storie da Altrove: Mark Twain
Storie da Altrove: Il ritorno di Sherlock Holmes
Proprio
nel corso del 2002 la Bonelli ha celebrato il ventennale di Martin
Mystère, il detective dell’impossibile che, nel corso delle sue numerose
avventure mysteriose a base di fanta-archeologia, si è imbattuto periodicamente
in reperti appartenenti al passato remoto del nostro pianeta, quando la razza
umana, giunta all’apice dello sviluppo tecnologico, era divisa tra due
superpotenze in conflitto, Atlantide e Mu, fatalmente responasabili della
propria autodistruzione. Stando ai vari files redatti in carriera da Mystère sul suo fedele Mac, la
catastrofe finale cancellò letteralmente la civiltà allora conosciuta,
producendo un progressivo imbarbarimento dei pochi sopravvissuti: la storia
ufficiale non avrebbe conservato memoria di tutto ciò, se non nei miti
ancestrali, nelle religioni più antiche e nelle leggende, ovviamente in
modalità semplificate e latenti. E proprio nella capitale dell’impero di Mu,
nel diciottesimo anno dell’era della Grande Aquila, prende avvio l’ottavo
numero di “Martin Mystère Gigante”, intitolato Il segreto delle Ombre
Diafane, un poderoso albo annuale scritto da Vincenzo Beretta e disegnato
da Lucio Filippucci: nell’antefatto la mitica regina di Mu, Amaterasu (nome
entrato nel pantheon delle divinità giapponesi), fornisce istruzioni al
proprio braccio destro per nascondere l’ultima arma elaborata dalla sorella
Isemuri, il Sandarta, una sostanza le cui particelle sono state invertite,
ovvero l’Antimateria che, in caso di contatto con la materia positiva,
causerebbe un’esplosione superiore a quella di una bomba atomica. L’Antimateria
sarà nascosta di lì a poco in una località ben nota ai lettori storici del BVZM, la Città delle Ombre Diafane,
dove già allora viveva una tribù di Uomini di Neanderthal, sopravvissuta
all’estinzione nel corso dei secoli fino ai giorni nostri, essendo la terra di
nascita di Java, l’inseparabile spalla di Martin
Mystère. La storia prosegue nel 2002, cambiando scenario: al numero 3 di
Washington Mews, New York, suona il campanello un distinto signore che, oltre a
somigliare a Java, usa esprimersi con gli stessi caratteristici grugniti. Il
biglietto da visita dell’ospite svela ad un allibito Mystère che davanti a lui
si trova Kavah, studioso e ricercatore, Città delle Ombre Diafane, Ulan Bator,
Mongolia: Kavah spiega a Mystère
di essere il fratello di Java, un fratello di cui l’amico ed assistente non gli
ha mai parlato in oltre vent’anni di onorata amicizia. La lunga trama de Il
segreto delle Ombre Diafane rivelerà anche le ragioni del lungo e
silenzioso rancore che ha separato i due fratelli: prima però i tre
protagonisti dovranno intraprendere il tortuoso viaggio per tornare alla Città
delle Ombre Diafane, nel tentativo di risolvere l’enigmatico e terribile
segreto che la città nasconde, un pericolo incombente da tempo immerabile sul
pianeta e che già qualcuno sta cercando di scongiurare. Prima della soluzione
ovviamente il lettore passerà attraverso una protagiosa serie di mysteri: non
solo Atlantide e Mu, il Sindarta o Antimateria, ma anche il favoloso Vril, il
temibile maestro di Celaphas, un indecifrabile baratto con indecifrabili alieni
cominciato nel passato remoto dell’umanità, l’arma finale e l’Armageddon,
Agarthi ed il vecchio mentore di Martin Mystère, Kut Humi.
Un imperdibile volume di fumetti nei cui grovigli narrativi si è esposti al
pericolo di perdersi: indispensabile in tal senso l’esaustiva appendice di
segreti mysteriosi redatta dal grande Alfredo
Castelli, il creatore del nostro
archeologo mysterioso preferito.
Martin Mystère Gigante N. 8, Il segreto delle Ombre Diafane, annuale, pp.224 [Sergio Bonelli Editore]
Voto
8