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  19/04/2024 - 02:38

 

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Sheryl Crow
Sheryl Crow
[A&M 1996]

 




                     di Paolo Boschi


Tuesday Night Music Club
Sheryl Crow
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Al secondo album da solista la splendida Sheryl Crow, dopo una vita da corista per alcuni dei grandi della musica pop (tra gli altri i Rolling Stones, Michael Jackson, Don Henley), scarica tutta la sua energia col tramite della sua voce, a tratti suadente, altre volte aggressiva, miscelando sapientemente sonorità innovative a quelle della tradizione folk-rock a stelle e strisce. Sheryl Crow è un lavoro dalle molteplici radici e vi traspare l'America, con le sue grandezze e le sue contraddizioni. Sheryl Crow apre le danze in modalità graffianti con Maybe angels, seguita a ruota dai contagiosi riff di chitarra che contraddistinguono il vigore altamente energetico di Change poi, dopo la pausa introspettiva di Home, ballata acustica di grande atmosfera, arriva anche il primo momento disincantato dell’album con Sweet Rosalyn, un vivace pop-rock. La traccia successiva è ancora una ballata, ovvero If it makes you happy, una piccola perla sospesa tra country e rock che compone un dittico con Redemption day, ballata tesa ed ombrosa. Tra gli altri brani corre l’obbligo di segnalare I hard to make a stand (in due versioni), il sound West Coast di Everyday is a winding road, le screziature soul di Love is a good thing e di Superstar, l’intensità di The book, e l’insostenibile raffinatezza di Ordinary morning, probabilmente l’apice di Sheryl Crow. Un album notevole e privo di punti deboli di cui non si possono che consigliare ascolti iterati. Peraltro la bella Sheryl ha dato una bella dimostrazione di onestà intellettuale rifiutandosi di rimuovere un verso di denuncia diretto contro la potente catena commerciale Wal-Mart – equivalente più o meno a “i nostri bambini si uccidono con la pistola comprata al Wal-Mart” (scoprite in quale pezzo...) –, che si era appunto rifiutata di distribuire l’album della cantautrice americana. Sheryl Crow nel 1997 è stato ripubblicato in un’edizione speciale con l’aggiunta di un live di sei brani, registrati allo Shepherd's Bush Empire, sorprendente per la 'cattiveria' e la ruvidezza che ne traspare, così lontana dall'atmosfera levigata del disco di studio.

Sheryl Crow, Sheryl Crow [A&M 1996]

Voto 8 

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