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  25/04/2024 - 06:14

 

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Scanner - musica
 


Macy Gray
On how life is
[Epic 1999]

 




                     di Paolo Boschi


On how life is
The Id
The trouble with being myself


A volte può sembrare esagerato sprecarsi in aggettivi per un disco, Macy Gray rende la cosa possibile addirittura ascoltando soltanto Why don't you call me, la canzone d'apertura di On how life is, il suo album d'esordio. E dunque sprechiamoli: meravigliosa, trascinante, superlativa, semplicemente notevole. E' possibile dire soltanto dal primo brano che siamo davanti al debutto più sorprendente nell'ambito della musica di matrice black da quando Sade confuse pubblico e critica col suo Diamond life nel 1984? Assolutamente sì: la ventinovenne cantante americana ha quella marcia vocale in più che non si può acquistare con studio ed esercizio, una voce particolare, a tratti roca, a tratti vibrante, spesso semplicemente superlativa: un'alchimia che la pone ad altissimi livelli, accanto a vocalists del calibro di Whitney Houston e di Ella Fitzgerald, senza esagerare. Tentando un raffronto più ravvicinato, la Gray, per il suo particolare timbro vocale, sembra la più idonea a raccogliere il testimone di Tracy Chapman, ultimamente un po' in ombra ma senza dubbio una delle voci più inusuali degli ultimi dodici anni. E poi la musica di Macy Gray ha un sound che affonda a piene mani nelle black music: in questo caso la parola magica è groove, una sensazione avvolgente che scardina e sconvolge l'orizzonte d'attesa dell'ascoltatore: la voce della Gray la diffonde a piene note in ogni brano di On how life is. L'apripista Why Didn't You Call Me dura tre minuti e spiccioli ma è una di quelle canzoni che vi costringeranno letteralmente a fondere il vostro lettore Cd e, per chi si avventura nel resto dell'album, le sorprese (in positivo) non sono certo finite: la sequenza dei dieci brani di On how life is è di livello assoluto, neppure una traccia è sprecata ma ognuna ha qualcosa da dire, qualche corda in particolare da far vibrare, o un determinato registro da sperimentare. Ovviamente nella gran parte siamo davanti ad un esempio di soul nell'accezione classica del termine, ma non mancano gli episodi di marca più sperimentale, le sapienti sfumature jazz che colorano la splendida A moment to myself o gli insostenibili momenti intimistici che sanno offrire I try e la conclusiva The letter. Soltanto dieci brani per cinquanta minuti scarsi di musica, ma neppure un secondo sprecato, una vera miniera di emozioni black da sentire, interiorizzare, consigliare. Uno dei debutti in assoluto più significativi dell'anno scorso, con la speranza che la Gray continui con gemme di questa portata anche nel terzo millennio.

Macy Gray, On how life is [Epic 1999]

Voto 8½ 

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