Che Pasticcio, Bridget Jones! - Recensione del film
Il diario di Bridget Jones - Recensione del film
Il diario di Bridget Jones - Presentazione del film
Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding
Bridget Jones's Diary Soundtrack
Che pasticcio, Bridget Jones di Helen Fielding
Il sottotitolo del romanzo di Helen Fielding
– “Chili, amore e sigarette: un anno appassionatamente single” – da cui Il diario di Bridget Jones di Sharon Maguire è tratto inquadra
al meglio la relativa soundtrack, rigorosamente per signorine afflitte
dal timore di cadere in depressione per la lunga attesa di un principe azzurro
che tarda ad arrivare e per l’incubo di morire sole in casa finendo divorate
dal pastore alsaziano di turno. Detto ciò Bridget Jones’s Diary si
profila come una colonna sonora vivace e sbarazzina, decisamente piacevole nel
volgere delle sue complessive quindici tracce equamente distribuite tra sprazzi
di disco, attimi di swing, numerose ballate a pronta presa
sentimentale, qualche immancabile classico e canzoni malinconiche per i
numerosi momenti di sconforto delle povere singles. Il pezzo apripista
della tracklist
è Killin’ Kind, un tranquillo pop-rock di Shelby Lynne
movimentato ma non troppo, abbastanza convincente a confronto con Dreamsome,
il secondo brano (melenso e poco ispirato) interpretato della cantante. D’altra
parte, escludendo gli ultimi due episodi della scaletta (Alisha’s Attic e
Patrick Doyle), la scatenata cover di It’s raining men di Geri Haliwell e Just
perfect di Tracy Bonham, il livello medio di Bridget
Jones’s Diary ne fa una soundtrack mai
banale e spesso godibile. Da segnalare in tal senso sicuramente Kiss that
girl, una deliziosa ballad di sapore country-rock di Sheryl
Crow, l’intrigante soul di Love di Rosey, la romantica e
malinconica cover di All my self nell’interpretazione di
Jamie O’Neal, Robbie
Williams che gioca (risultando perfino credibile) con lo swing di Have
you meet Miss Jones di Frank Sinatra, per poi vestire per la seconda volta
i panni del cantante confidenziale vecchio stile in Not of this earth,
una romantica ballata non troppo originale ma tutto sommato intrigante. Restano
da citare il singolo di lancio della colonna sonora, ovvero Out of reach di
Gabrielle, un soul-rock di matrice sentimentale ed abbastanza ispirato,
come pure Someone like you, un rhythm’n’blues di classe
ottimamente interpretato da Dina Carroll, e Stop, Look, Listen (To Your
Heart), classico (e romantico) duetto tra Diana Ross e Marvin Gaye. Ma
l'apoteosi del Bridget-pensiero
in ambito discografico è sicuramente una canzone ‘nera’ come I'm every woman
nell'interpretazione carica di groove di Chaka Kahn.