Teatro Studio di Scandicci, Diversamente Parlando, stagione 2007
Scena Verticale, Dissonorata, 2007
Motus, Rumore rosa, 2007
Studio Su Medea, regia di Antonio Latella, 2007, presentazione
Studio Su Medea, regia di Antonio Latella, 2007, recensione
Gogmagog & The Playground, The Restaurant of Many Orders, 2007, presentazione
Gogmagog & The Playground, Ristorante dai tanti ordini, 2007, recensione
Giampiero Cicciò, Giovanna d’Arco di Borgo vecchio, di Gianni Guardigli, 2007
Compagnia Krypton, Picchì mi guardi si tu si masculu, 2007
Egumteatro, L’omossessuale o la difficolta’ di esprimersi, 2006
L’hanno voluta chiamare Diversamente Parlando, la nuova
stagione del Teatro
Studio di Scandicci che inaugura il 12 gennaio 2007. La stagione ideata da
Giancarlo Cauteruccio e promossa da Scandicci Cultura e Compagnia
teatrale Krypton in collaborazione con Regione Toscana, Provincia di Firenze,
Comune di Firenze e Firenze dei Teatri, propone un programma che si misura con
temi ed interrogativi di grande attualità su cui il
mondo dell’arte sta catalizzando la sua indagine.
Tre grandi contenitori per sottolineare altrettante direzioni che caratterizzando il
teatro d’arte italiano: REGIE D’ASSALTO – Tra Mito e contemporaneo, IL
GAROFANO VERDE/TOSCANA – Rassegna di teatro omosessuale, che esporta
nella nostra regione la rassegna ideata a Roma da Rodolfo Di Giammarco e SUDD
– Un omaggio a Leo De Berardinis e Perla Peragallo dalle nuove generazioni
teatrali del sud Italia.
Il primo spettacolo, che il 12
gennaio (con repliche il 13 e il 14) apre la stagione e il cartellone di REGIE D’ASSALTO è la prima
regionale di “Studi
su Medea” di Antonio Latella, indiscusso successo dell’estiva
2006. Tre capitoli del mito che vedono protagonista l’attrice-acrobata
Nicole Kehrberger.
Una drammaturgia di corpi nudi, una drammaturgia per immagini, create a partire da Euripide, ma anche attraverso Mϋller e il tedesco Jahnn,
che della tragedia accentua il rapporto incestuoso tra padre e figli.
Il 16 e 17 gennaio il giovane
inglese Sam Trubridge e Gogmagog prima
nazionale la performance multimediale “The restaurant of many
orders” tratto dall’omonima storia del fabulista giapponese Kenji Miyazawa. Un teatro da
vedere e ascoltare, ma anche da odorare, gustare, toccare e sentire. Con
una compagine di attori nuova di zecca (che si chiama ScandicciTeatro) Fulvio Cauteruccio
presenta nella sala di via Donizetti (27 e 28 gennaio) “Orestea”
nella versione che riunifica le tre parti,
Agamennone, Coefore e Eumenidi in un allestimento per
palcoscenico. E’ la fase finale di un progetto biennale in progress che
l’attore e regista ha elaborato con un gruppo di dieci interpreti, allievi e
professionisti,0 e che ha presentato in vari spazi
extraurbani della città di Scandicci, utilizzando i luoghi della quotidianità.
I registi dei Motus
Enrico Casagrande e Daniela Nicolò proseguono invece
il 20 e 21 gennaio 2007 “Rumore
rosa” , un viaggio/incubo
nel lascito artistico di Fassbinder (“Le lacrime
amare di Petra Von Kant”). Le parole di Fassbinder
diventano relitti disossati e l’amore si raffigura come malattia, la solitudine
come stato di alterazione dura, dolorosa quanto un
pugno nello stomaco dello spettatore.
Il 13 e 14 febbraio
Giuseppe Marini mette in scena “Sogno di una notte di mezza estate”. Per
una notte gli esseri liberano gli istinti, la notte di mezza estate diviene una
“notte oscura” che inverte i ruoli e introduce il
tempo del desiderio in cui i personaggi subiscono un collasso della ragione.
Premiato dall’Associazione
Nazionale Critici di Teatro per la migliore regia 2006, Cauteruccio
riporta in scena dal 6 all’11 marzo 2007 il “Trittico Beckettiano – Atto senza
parole, Non io, L’ultimo nastro di Krapp”: tre pièce
brevi tra le più riuscite che il drammaturgo irlandese ha consegnato al teatro,
capolavori che richiedono ai tre interpreti grande energia
e rigore. Concerto per corpo e vuoto, per azione ed ininterrotti fallimenti, Atto
senza parole si costruisce come un sapere della rinuncia, governato dal suono
penetrante di un fischietto. In Non io la sostanza teatrale è una bocca che
parla di se stessa nel buio. Rossa emerge dal nero assoluto della scena per
diventare un terribile grido interiore. L’ultimo nastro di Krapp celebra
la resa dei conti di un vecchio triste e ridanciano, scrittore fallito,
inesorabile mangiatore di banane ed instancabile ascoltatore della sua voce
registrata, la cui interpretazione ha valso a
Cauteruccio la nomination ai premi Ubu come miglior attore nel 2004.
Chiudono in bellezza la sezione REGIE
D’ASSALTO Annalisa Bianco e Virginio Liberti con “Nella
solitudine dei campi di cotone”, che sigla l’incontro artistico e produttivo di
due compagnie, Egumteatro e
Krypton, e l’ incontro con la poesia di Koltès e il suo
immaginario straziante, fatto di tenebre, di paure infantili, di disperata
necessità di affetto. Parole che cercano di superare
l’inesorabile difficoltà di esprimersi, di superare la solitudine piena di
ricordi fantasmagorici nel testo più famoso dell’autore di Metz. Lo
spettacolo ha debuttato in estiva al Mittelfest 2006 di Cividale del Friuli. E’ stato rappresentato in un bar, un bar vero,
un bar senza la tv, un bar senza una radio, un luogo della vita, della vita di
tutti i giorni, una passerella quotidiana per disperati bisognosi di ascolto, di attenzione, di sentirsi vivi. La versione in
palcoscenico diventa il risultato, la sintesi, il resoconto, il diario di un
viaggio nei luoghi della vita di uno spettacolo
emozionante perché spettacolo sulla vita.
Sei i titoli di SUDD, fra cui Un
omaggio a Leo De Berardinis
e Perla Peragallo dalle
nuove generazioni teatrali del sud Italia per un totale di 10 repliche. Il 30 e 31 gennaio 2007 con “L’Arrobbafumu”,
interpretato da Peppino Mazzotta, Suriano
termina la trilogia di “Roccu”. La
dignità e la coscienza di non morire invano durante la prima guerra mondiale in
“Roccu u stortu”, l'emigrazione necessaria e
costretta ne “A cascia ‘nfernali” e infine gli ideali delusi e irrealizzabili di un
paese che fa i conti con l'avvento del fascismo e il suo rifiuto ne “Arrobbafumu
”, cercano di tradurre, in una memoria
sempre più lontana, i perché dell'arretramento di una regione, la Calabria, che detiene il
record di ultima nell'Europa occidentale. Protagonista di “L'Arrobbafumu” è una donna che vive ai margini della
microsocietà, in una povertà così estrema da poter rubare unicamente il fumo. Il
10 e 11 febbraio vanno in scena le storie di brigantaggio di “Jennu brigannu”, mentre il 6 e il
7 febbraio “Giovanna D’Arco di Borgovecchio” presenta storie drammatiche di donne del sud. “Dissonorata”
(27 e 28 febbraio) propone una
riflessione sulla condizione della donna nel villaggio globale, mentre “Sutta scupa” sotto pressione, e “Petì”, disegnano una mappa feroce ed ironica del meridione
e dei suoi mali.
Il nuovo testo di Giancarlo Cauteruccio “Picchì mi
guardi si tu si masculu” (dal 23 al 25 febbraio) dà il
via alla rassegna IL GAROFANO VERDE/TOSCANA. Al suo terzo scritto in calabrese,
Giancarlo Cauteruccio qui affronta il tema della “diversità”, catapultandosi
dalla scrittura all’esecuzione. Privo di inibizioni,
indaga nelle sue “esperienze” di vita, portando alla luce materiali privati per
creare una sorta di manifesto poetico a difesa della “diversità” nelle sue
varie forme. Lo accompagna sul palco, come co-protagonista ed alter ego, Peppe
Voltarelli che esegue dal vivo i suoni creati con la sua magica fisarmonica.
Emma Dante è
autrice e regista di “Mishelle di Sant’Oliva” (20 e
21 marzo) poi un classico di Copi, “L’omosessuale
o la difficoltà di esprimersi” (12 marzo 2007) per la regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti. Nella prima
rappresentazione della pièce al Théâtre de la Resserre
di Parigi è lo stesso Copi a recitare
“en travesti” il ruolo della signora Garbo, in un vorticoso turbinio di
parrucche, seni posticci, grottesche biancherie intime, pellicce e orpelli di ogni genere. L'azione si svolge in una
Siberia da operetta, con tanto di slitte e di lupi, dove si affrontano
personaggi dal sesso dubbio - sono degli uomini trasformati in donne o delle
donne diventate uomini? Una storia divertente, sarcastica,
convulsa e terribile, dove ogni personaggio è una caricatura oltraggiosa e
l’ambiguità è la vera protagonista. “Sabbia”, (16 e 17 marzo), scritto e
detto da Eleonora Danco propone una
ricca polifonia che espone frammenti di conversazioni, pezzi di discorsi,
lacerti comunicativi e di senso. Da questo caleidoscopio appaiono schegge di umanità ma non solo legate alla dimensione
dell’attrazione per il proprio simile.
In “Primo amore” di Letizia Russo (2 e 3 marzo) un uomo racconta la storia del suo primo
amore. Un amore omosessuale in un piccolo nostos,
un ritorno a casa dopo molti anni, un omaggio al cuore libero dell’uomo, una
pietra lanciata contro qualsiasi ghettizzazione dei sentimenti. Chiude
il programma “Esse” il solo di Gabriella Rusticali,
attrice storica della Valdoca,
che sui testi di Carmelo Bene, Mariangela Gualtieri e Jeanette Winterson crea una performance di forte impatto emotivo.
Confermata la residenza della
compagnia di teatro ragazzi Piccoli Principi, il 2007 segna l’ingresso al
Teatro Studio di una nuova formazione di interesse e
d’eccellenza nazionale: Egumteatro di Annalisa Bianco e Virginio Liberti. La
compagnia realizzerà un composito progetto di residenza che vedrà il suo
culmine nella prima nazionale di “Stretta sorveglianza” di Jean Genet ad apertura della stagione 2007-2008.
Voto
7 ½