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  20/04/2024 - 04:56

 

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Compagnia Teatrale Krypton
Trittico beckettiano
Atto Senza Parole - Non io - L’ultimo nastro di Krapp, di Samuel Beckett
Traduzioni Carlo Fruttero, John Francis Lane, con Fulvio Cauteruccio, Monica Benvenuti e Giancarlo Cauteruccio, scene André Benaimi oggetti scenici Loris Giancola, musiche e elaborazioni acustiche Andrea Nicoli, costumi Massimo Bevilacqua, regia Giancarlo Cauteruccio, dal 13 al 22 gennaio 2006 in prima nazionale al Teatro Studio di Scandicci

 




                     di Tommaso Chimenti


1906Beckettcentoanni2006
La belva dello sguardo
Convegno nazionale di studi il Novecento di Beckett
Krypton : Trittico beckettiano
Rem & Cap: Altri giorni felici


Un trittico per fallire di nuovo. Così Giancarlo Cauteruccio, attore, regista e direttore artistico del Teatro Studio di Scandicci, nonché ideatore della rassegna “Beckett cento anni, 1906-2006”, racconta il suo personalissimo omaggio al padre di Godot. “Trittico beckettiano” è la nuova produzione targata Krypton, in scena dal 13 al 22 gennaio, che apre la rassegna trimestrale che si chiuderà il giorno del centenario del drammaturgo irlandese, il 13 aprile, data nella quale lo stesso Cauteruccio spera, come detto a più riprese, di poter festeggiare anche il nuovo nome del teatro scandiccese ribattezzandolo “Teatro Studio Samuel Beckett”. Tre appunto le piece scelte per questo originale regalo di compleanno: “Atto senza parole”, “Non io” e “L’ultimo nastro di Krapp”. Sulla scena i fratelli Cauteruccio, Fulvio, reduce da “B”, e Giancarlo, che cura anche la regia, e Monica Benvenuti, non un’attrice ma bensì una cantante dal repertorio classico e contemporaneo che già in passato ha collaborato a progetti kryptoniani. L’“incontro” di Giancarlo con la figura di Samuel Beckett risale a sedici anni fa. Una folgorazione sulla via di Damasco. Perché Beckett è così attuale. “Ho voluto interrogare nuovamente la sua opera – spiega il regista calabrese – non con un atteggiamento di genuflessione di fronte ad un oracolo ma per riattraversare un territorio complesso legato a quel filo rosso di messa i gioco del corpo, della voce e della memoria”. Ecco i tre elementi dominanti: corpo, voce, memoria, che ritornano nell’opera beckettiana. Teatro d’urgenza, teatro necessario, senza orpelli, non più spettacolo ma imprescindibile e rigoroso. Etico. “Tre testi brevi ma enormi. “Atto senza parole”, con Fulvio, mette in scena il corpo protagonista e muto, senza parola. In “Non io”solamente una bocca nel buio più assoluto, una sorta di buco nero, di buio infinito che smarrisce ogni dimensione e la voce diviene un punto cosmico assoluto. Il punto zero dell’esistenza. Ne “L’ultimo nastro di Krapp”, sono il vecchio professore sfatto che ricorre alla memoria magnetica come unica via d’uscita ma infine si adegua allo scacco. Adesso il fallimento è davvero compiuto”. Rincorrere la propria voce giovane senza più alcuna soluzione nel riconoscersi.
Info: Via Donizetti, 58, biglietti: 12, 10 euro; teatrostudio@scandiccicultura.org, 055.757348, per il programma completo su  www.scandiccicultura.org.

Voto 8 

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