In ogni dove si fa un gran sparlare sulla cultura come valore imprescindibile, brand su cui si deve
puntare, ma poi i budget relativi a questo settore - che dovrebbero essere assolutamente alti e condivisi in un paese dalla storia, dalla cultura e la tradizione dell’Italia – continuano a essere in caduta libera. In qualche caso anche di più.
Quando poi si parla di teatro, spesso i tagli dei contributi pubblici si sommano alla riduzione di
quelli delle sponsorizzazioni dei privati. A questo proposito prendiamo a esempio il Teatro Cargo, una compagnia
teatrale genovese fondata da Laura Sicignano nel 1994. Cargo ha prodotto una quarantina di spettacoli con tournée nazionali e internazionali e dal 1999 viene sostenuta dal Ministero della Cultura.
"Il nostro teatro è piccolo, agile, innovativo, ad alta percentuale di donne e in grado di proporre progetti di forte impatto sociale – spiega Laura Sicignano -. La
compagnia è molto attiva sul terreno della nuova drammaturgia. Le produzioni di Cargo (fra le ultime Vivo in una giungla, dormo sulle spine, in collaborazione con Teatro delle Donne Centro Nazionale di Drammaturgia) contaminano tradizione e sperimentazione, usando un forte approccio emotivo e intellettuale. I testi sono spesso ispirati alla vita vera e alla storia, a personaggi femminili, eroi dimenticati, perdenti e viaggiatori del presente e del passato".
Ad oggi Cargo gestisce due spazi a Genova: il Teatro Del Ponente (che ospita compagnie emergenti
del nuovo panorama italiano) e il Teatro Di Villa Galliera risalente al Settecento. Entrambi i teatri si trovano nella periferia di Genova e più precisamente a Voltri.
"Abbiamo sposato la missione di creare un teatro dove non c'era nulla, formare
nuovi pubblici, diffondere una sana socializzazione – sottolinea Laura
Sicignano -. A Voltri coinvolgiamo per 40 giorni all’anno le associazioni del territorio, che usano
il teatro pressoché gratis; dedichiamo laboratori di teatro a bambini, ragazzi anche con disagio e adulti; offriamo una programmazione a prezzi popolari ad un pubblico che senza di noi,
non avrebbe un teatro né un punto di incontro. Negli anni abbiamo portato
dovunque l'immagine di Genova produttrice di cultura. Ma Genova non ci premia. I già piccoli contributi erogati al Cargo sono iniziati a sparire: dal 2008 al 2016 c’è un crollo del 67% dei finanziamenti. Ma non
è finita. Nella stagione 2015 - 2016 Cargo ha subito la chiusura coatta e improvvisa della sala principale, causa lavori per la messa in sicurezza. Quando il Cargo ha cercato di rialzarsi, la Compagnia di San Paolo, da 15 anni
principale sponsor del teatro, improvvisamente a maggio 2017 ha comunicato un taglio di circa il 50%”.
Per reagire a questo stato di cose Cargo, che ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali, apre un’interessante pagina informativa sulla sua attività e soprattutto lancia la petizione per il suo mantenimento in vita. Chi vuole la può sottoscrivere e informarsi cliccando su questo
link
Il (prossimo) Sindaco di Genova ha in mano il destino del Cargo. Ci sono molte strade per salvaguardare questo teatro. Gli Enti Locali hanno spesso intrapreso onerose azioni per salvare/salvaguardare altri soggetti artistici, teatri inclusi. Ora tocca al Cargo. Lo chiedono gli spettatori, i lavoratori, gli artisti, i tecnici. Lo chiedono i cittadini perché quando muore un teatro, muore un pezzo di civiltà.
Voto
8
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