Emma Dante: Il Festino, 2009
Emma Dante: cani di Bancata, 2007
Emma Dante: La scimia, 2006
Emma Dante: Mishelle di Sant’Oliva , 2005
Emma Dante: Medea
Emma Dante: MPalermu e Carnezzeria
E’ interessante
il percorso linguistico che Emma Dante attua in una
Medea
(da Euripide), che si
dipana fra dialetto, testo originale, classico e ricerca. La Dante si conferma
una delle autrici rivelazione del nuovo teatro italiano e, dopo i successi di “mPalermu”
e “Carnezzeria”
(entrambi vincitori del premio Ubu) firma una Medea, con Iaia Forte, Tommaso
Ragno e la musica dal vivo dei Fratelli Mancuso. Il lavoro ha il
suo epicentro ideale in una sala parto, dove Medea è pronta a partorire la sua
tragedia.
“La Medea da cui comincerò per avviare questa
indagine sui suoi pluriomicidi ha a che fare col travaglio del parto, con la
sua fertilità devastante e rigogliosa, con la sua innata capacità di generare e
di perpetuare la specie in un paese abitato soltanto da un popolo maschile
inadatto a contenere e a sviluppare il seme – spiega Emma
Dante -. Giasone l’abbandona incinta e si fa re di una città sterile.
Questo sarà il vero delitto con cui Medea punirà Corinto, negandogli i figli,
partorendo aborti come eredi, decidendo a monte il destino di una città nella
quale senza di lei risulta inutile qualsiasi tentativo di sopravvivenza”.
Emma Dante nel suo
adattamento della tragedia di Euripide cerca di capire le ragioni per cui Medea
si attacca disperatamente al concetto di libertà. Per Emma Dante “La vera
tragedia di Medea consiste proprio nella difficoltà di mantenere coscienti le
sue pulsioni primitive, lottando disperatamente perché non si trasformino mai
in regole da rispettare; regole imposte da una struttura sociale di dominanza
al solo scopo di perpetuarsi e di sopravvivere”. Medea a suo
modo è una diversa, straniera in patria e nella terra di adozione e la regista
per raccontarla parte da un luogo simbolo per l’inizio della vita: la sala
parto. Il lavoro è arricchito e scandito dalle cantilene etniche dei Fratelli Mancuso.
canzoni misteriose, solennemente primitive.
Voto
7