Si sta facendo sempre più tardi
La testa perduta di Damasceno Monteiro
Sostiene Pereira
Con
lo splendido romanzo
Sostiene Pereira Antonio Tabucchi
ci racconta – ovviamente romanzandola, quindi ritoccando ed inventando qua e là
– la storia di un maturo giornalista, Pereira appunto, storico redattore di un
quotidiano di Lisbona, il “Lisboa”. La storia è ambientata nel 1938, un periodo
nel quale in
Portogallo iniziava a farsi sentire la morsa della dittatura salazarista.
Direttore della pagina culturale del sabato, a Pereira accade di fare la
conoscenza di una coppia di giovani rivoluzionari: da quel momento il
protagonista inizia a risvegliarsi dallo stato di torpore in cui si era
rifugiato da tempo in seguito alla morte della moglie. A scuoterlo
definitivamente servirà la morte del giovane Monteiro Rossi, collaboratore (mai
pubblicato) di ritratti di artisti scomodi al regime. Il buon Pereira riuscirà
a farlo collaborare postumamente con un trucco, per poi darsi egli stesso alla
fuga, rinnovato nello spirito. E’ una storia che ‘prende’ in progressione,
conquista con la forza del periodare “Sostiene Pereira”,
ripetuto all’infinito, il tic narrativo col quale Antonio Tabucchi ci fa
entrare nel punto di vista del suo personaggio: punto di vista privilegiato per
assistere e partecipare al suo graduale cambiamento interiore, al suo risveglio
politico, sociale, umano. Un grande
romanzo che fa molto pensare e resta dentro. Nel 1995 Roberto Faenza ne ha tratto
l’omonimo
film con Marcello Mastroianni: la traslazione di Sostiene Pereira
sul grande schermo è felicemente riuscita, per quanto (come spesso succede in
queste operazioni di contaminazione) si riveli meno incisiva della fonte
letteraria. In questa riedizione nella collana “Universale Economica” Antonio Tabucchi
ha aggiunto una nota finale sulla genesi del romanzo, ispirato ad un ‘Pereira’
realmente esistito, fuggito dal Portogallo
e conosciuto fuggevolmente dall’autore
toscano a Parigi alla fine degli anni Sessanta.Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, Milano,
Feltrinelli, 1997; pp. 214
Voto
8½