Non è solo (anzi non è per niente) nostalgia
canaglia. Basta che ci sia l’ombra o il sospetto di un esproprio, bastano (e
avanzano) le assurde violenze di una manifestazione estremista (come quella di
Milano dell’11 marzo 2006) per tornare immancabilmente
a citare e criticare con asprezza gli eccessi degli anni 70. Anche se poi, soprattutto in tanti speciali televisivi dedicati a
quel periodo nodale della recente storia culturale e politica italiana,
incomincia a farsi strada la volontà di riesaminare da vicino e cercare di dare
una spiegazione ai fervori ideali di quegli anni tanto speciali e tanto
controversi.
Un racconto degli anni 70, visti da un’altra prospettiva arriva da un
piccolo grande libro che ripercorre il fervore di quei
tempi, con l’immediatezza e la leggerezza del diario. Si chiama “Più
colla compagni. Una storia degli anni '70” (Memori Edizioni) e viene presentato lunedì 13 marzo 2006 alle
18 alla libreria Melbookstore di Firenze. L’incontro, introdotto da Bruno Casini, vedrà
protagonisti gli autori Piero Galletti e Maurizio Fabretti, che in questo interessante e avvincente volumetto edito da Memori per la
collana Diario
minimo, nel raccontare la loro storia adolescenziale, ripercorrono gli anni
70 con quel calore particolare, con quella tensione emotiva che si riserva al
ricordo degli anni d’oro della propria vita.
Essere o non essere d’accordo con quanto si racconta
conta poco, anzi nulla. L’importante è che questa tranche de vie fa
pensare, fa riflettere sia chi ha vissuto quel periodo, sia chi è nato tanti
anni dopo. E, attraverso tanti piccoli – grandi gesti quotidiani di un gruppo
di ragazzi, ricrea alla perfezione le atmosfere di quel decennio, l’epopea eroica
di quegli anni scellerati e meravigliosi, che hanno visto l’esaltazione e poi
lo sbriciolamento di certezze, di fedi incrollabili; anni che hanno brillato di invenzioni politiche,
musicali (da Hendrix ai Genesis, dai Van Der Graf Generator ai King Crimson), artistiche, culturali e controculturali, per poi sfumare alla fine
in un mondo grigio piombo, che si sfarina nel riflusso, nel terrorismo e nella droga. Mentre
all’orizzonte già iniziava a concretizzarsi la leggerezza edonistica e la
pesantezza del punk, sono state tante le persone che si sono reinventate,
che hanno preso distanza dal modo di pensare di quegli anni. Ai protagonisti di
questo Diario non rimase invece altro che tentare di vivere con il sostegno
discreto e tenace di quelle idee che, come diceva Luigi Pintor,
se non riescono a cambiare il mondo profumano
senz’altro l’aria.
La pensano così Maurizio Fabretti (nato a Roma nel ’57, conosciuto nel
movimento con il nome di “Vongola”, tifoso fazioso della Roma, attore nei primi
cinque film di Moretti e poi a teatro, a vent’anni
con Garinei e Giovannini e oggi
come light designer) e Piero Galletti (nato nel ’56 a Genova, ma poi vive a
Roma e, dopo aver sfiorato una fulgida carriera di attore
con Ecce Bombo di Moretti, oggi cura per RadioRai
“Notturno Italiano”).
Voto
8