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  25/04/2024 - 23:28

 

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Ian McEwan
Espiazione
Torino, Einaudi, 2002; pp. 381

 




                     di Paolo Boschi


Lettera a Berlino
Cortesie per gli ospiti
Amsterdam
Espiazione


Solo arrivati di slancio all’ultima pagina di Espiazione (e la verve del romanzo incoraggia in tal senso) al lettore sarà dato di comprendere la totalità del complesso intreccio elaborato da Ian McEwan, un perfetto meccanismo narrativo che passa in rassegna vari generi (spesso miscelandoli): dall’incipit segnato da visionari squarci adolescenziali, passando attraverso un dramma sentimentale in piena regola e vibranti storie di matrice bellica, per giungere poi alla chiusa di sapore memoriale, che finalmente ci svela il carattere meta-letterario infuso in quanto abbiamo letto finora. La storia si apre nella vecchia Inghilterra, nell’estate del 1935, nella magione di campagna dei signori Tallis: la vivace tredicenne Briony è un’aspirante drammaturga che sta impegnando i tre cugini, ospiti forzati per la separazione dei genitori, nella messa in scena della sua pièce. Intanto tra Robbie Turner, il figlio della governante, di ritorno alla villa fresco di successi studenteschi, e la coetanea Cecilia, sorella maggiore di Briony, sta nascendo qualcosa di tenero: Briony è involontaria e casuale spettatrice (non vista) di un curioso bisticcio tra i due, di ardua decifrazione dalla sua prospettiva adolescenziale, ed è scelta subito dopo da Robbie come innocente messaggera d’amore, latrice di un biglietto di scuse diretto alla sorella, in realtà della versione oscena del messaggio (inviata per errore), che l’indiscreta fanciulla finirà ovviamente per leggere di nascosto. Il succedersi degli eventi da qui in avanti prenderà una piega incontrollabile: mentre tutta la famiglia è riunita a cena con vari invitati (Robbie compreso), i due piccoli cugini di Briony si danno alla piega e costringono tutti i convenuti ad una difficoltosa ricerca notturna che si concluderà con un fatto increscioso. E così la piccola protagonista si macchierà di un terribile errore, che McEwan annuncia in anticipo da bravo narratore onnisciente: dal suo punto di visto limitato ed impreciso Briony infatti non può che individuare in Robbie il candidato ideale del fattaccio a sfondo sessuale testé consumatosi, condannando lui ad un infinito tormento giudiziario, la sorella maggiore ad una vita in perenne attesa sentimentale, se stessa alla costante ricerca di un impossibile riscatto. I punti oscuri della vicenda riceveranno risposta solo nel prosieguo del romanzo, a distanza di anni, mentre l’autore si diletta a presentarci la storia con consistenti salti temporali, in sequenze frammentarie nelle quali proietta sempre il lettore nel vivo dell’azione, hic et nunc, per poi progressivamente riallacciare i fili lasciati in sospeso solo in seguito. Probabilmente non si tratta del capolavoro assoluto di Ian McEwan, di certo Espiazione conferma l’impeccabile stile e la notevole capacità organizzativa dello scrittore inglese, cui peraltro va dato il merito di non ripetere mai uno schema narrativo dimostratosi vincente, ma di sforzarsi sempre di proporre qualcosa di nuovo o per lo meno di cercare nuovi itinerari romanzeschi. Da non perdere.

Ian McEwan, Espiazione, Torino, Einaudi, 2002; pp. 381

Voto 8 

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