Lettera a Berlino
Cortesie per gli ospiti
Amsterdam
Espiazione
Surreale e inquietante. E' questa l'atmosfera in cui l'autore, Ian McEwan, fa camminare i suoi protagonisti, Mary e Colin, e in cui finiamo per restare inviaschiati anche noi, già dopo poche righe.
Una coppia normale, turisti inglesi in una città sul mare, che potrebbe essere Venezia, ma che non è mai nominata.
Solo, si intravedono stradine dall'aria claustrofobica e labirintica, piazze immense, colme di gente distratta che va e viene, di tavolini assiepati uno sull'altro, di camerieri frettolosi e scostanti.
Ma tra queste ombre emerge presto Robert, gentile e invadente cicerone, così sollecito con Mary e Colin, appena conosciuti, da scivolare ben presto nella morbosità.
Quel che viviamo insieme ai protagonisti è un senso di disorientamento e di estraneità, in un ambiente che non è solo straniero, ma anche distratto. E questo ben presto porta alla volontà di lasciarsi andare alle cortesie di Robert, fin dentro la 'tana del lupo' dove vive, più prigioniera che padrona di casa, la moglie Caroline.
L'intero romanzo di McEwan è un lento scivolare, in preda al torpore, verso il finale, a sorpresa, ma al tempo stesso già scritto fra le righe fin dal primo capitolo. McEwan ha preparato un finale shock e inevitabile, che ci lascia senza forze, abbandonati sulla stessa sedia dove Mary, stordita, ha le sincopate visioni della fine della sua vacanza. E non solo di quella.
Dal libro di McEwan, nel 1990, è stato tratto il film Comfort of Stranger's . Una pellicola diretta da Paul Schrader (con Rupert Everett nei panni di Colin, Natasha Richardson, in quelli di Mary. Christopher Walken è invece Robert e Helen Mirren è Caroline).
Ian McEwan, Cortesie per gli ospiti, Torino, Einaudi, 1997
Voto
8