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  03/05/2024 - 11:58

 

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Scanner - libri
 


John Grisham
La convocazione
Milano, Mondadori, 2002; pp. 322

 




                     di Paolo Boschi


Il momento di uccidere
La giuria
Il partner
L'avvocato di strada
Il testamento
La convocazione
Il re dei torti


Lo spietato mondo giudiziario è un’ottima prospettiva per analizzare la società americana, il legal thriller l’ideale espressione narrativa per la relativa analisi, e John Grisham è il profeta del genere, lo scrittore che ne ha messo a punto i meccanismi di seduzione letteraria, mettendo a segno con puntualità allarmante (un titolo all’anno) una lunga lista di bestsellers. Detto questo e tributato a Grisham quanto gli spetta, è anche vero che, nonostante l’autore americano non abbia legato il suo nome a personaggi seriali (come la collega Patricia Cornwell), l’abuso di un genere – per quanto proprio il precedente romanzo, La casa dipinta, derogasse dal thriller giudiziario – porta quasi fisiologicamente ad inevitabili momenti di stanca. Diciamo subito che la più recente creatura grishamiana, La convocazione, si colloca alla perfezione nella parabola calante dello scrittore, che dura almeno da L’avvocato di strada. Comunque, in attesa che la vena di romanzi quali Il momento di uccidere, Il socio e Il partner si riaccenda, è da rilevare che La convocazione offre almeno un incipit piuttosto incisivo e l’ennesima variazione sul tema più caro a Grisham, il lato oscuro della ricchezza nell’ambito dell’american way of life. Il protagonista, Ray Atlee, è un tediato docente di legge della Virginia University e passa le sue giornate alternandosi alla stesura di un noioso saggio giuridico, il corteggiamento estemporaneo di avvenenti studentesse e il volo solitario a bordo di un piccolo Cessna: gli sterminati orizzonti che gli si dipanano davanti lo aiutano infatti a superare il rancore sommerso per il benservito della moglie, che l’ha mollato per un maturo miliardario. Ovvio che il punto culminante de La convocazione sia una fredda lettera d’invito, in cui con frasi misurate il vecchio giudice Reuben Atlee, magistrato integerrimo da tempo afflitto da un male incurabile, ha chiamato alla malandata dimora familiare i suoi due figli, Ray e lo scapestrato Forrest, per sistemare le cose in vista della sue imminente dipartita. Il protagonista, che non vede il padre da anni, resta infastidito dalla missiva, il giorno stabilito parte per arrivare puntuale alla casa paterna ma, una volta giunto a destinazione, trova il genitore già morto, forse stroncato da una dose eccessiva di morfina. In attesa dell’arrivo del fratello – classica pecora nera della famiglia nonché tossicodipendente cronico –, Ray s’imbatte in alcune scatole piene di denaro, per una cifra complessiva di oltre tre milioni di dollari: una somma sorprendente che il padre non avrebbe mai potuto accantonare dal suo modesto stipendio di magistrato. Dopo aver rapidamente escluso di avvertire il fratello della scoperta, Ray comincia una tortuosa ricerca per stabilire il mistero del ‘malloppo’: progressivamente sedotto dal fascino discreto della ricchezza, ben presto il protagonista scoprirà di essere stato risucchiato in un gioco molto pericoloso. Secondo copione Grisham dilata ad libitum il momento dell’immancabile finale a sorpresa, ma la suspense stavolta non regge fino in fondo né le molte sottotrame sono sorrette da un’impeccabile logica narrativa. E’ anche vero che la prosa di Grisham è sempre piuttosto intrigante e La convocazione si fa leggere fino all’ultima pagina con scorrevolezza.

John Grisham, La convocazione, Milano, Mondadori, 2002; pp. 322

Voto 6½ 

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