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  27/04/2024 - 00:42

 

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John Grisham
Il re dei torti
Milano, Mondadori, 2003; pp. 380
Grisham entra nel torbido delle class actions

 




                     di Paolo Boschi


Il momento di uccidere
La giuria
Il partner
L'avvocato di strada
Il testamento
La convocazione
Il re dei torti


Da sempre John Grisham, il celebre paladino del legal thriller, continua a condensare nelle pagine dei romanzi i concetti basilari della società americana, ovvero il carrierismo sfrenato, l’inesauribile fame di soldi, il culto della celebrità, lo spietato cinismo negli affari, la ricerca della bellezza fine a se stessa. Ovviamente un simile quadro è accentuato dalla scelta del protagonista che, nel caso dell’ultima opera del prolifico autore americano, Il re dei torti, è un onesto avvocato spiantato che risponde al nome di Clay Carter e sbarca il lunario lavorando come difensore d’ufficio a Washington. La storia alla base del romanzo dimostra per l’ennesima volta la veridicità di un celebre aforisma wildiano (“Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione”) palesando, se mai ve ne fosse bisogno, come l’occasione di svoltare pagina afferrando in un colpo solo denaro e successo costituisca un richiamo irresistibile anche per un giovane onesto e fedele ai propri ideali. A discolpa di Clay Carter c’è da precisare che la sua vita ultimamente sta andando a rotoli, soprattutto in amore: la sua fidanzata Rebecca, su consiglio dei ricchi genitori, sta infatti premendo per convincerlo ad accettare un impiego assai remunerativo in un prestigioso studio legale in Virginia; ma Clay ha scelto di continuare a difendere gli indigenti che non possono permettersi di pagare un avvocato, perdendo così la donna della sua vita. Nel frattempo Clay ha accettato la difesa di Tequila Watson, un ragazzino di colore che ha ucciso senza motivi di sorta un coetaneo poco dopo esser uscito da un centro di disintossicazione. A questo punto Il re dei torti entra decisamente nel vivo con la comparsa di uno strano personaggio vestito da cowboy, il luciferino Max Pace, che rivela a Clay la verità sul suo ultimo caso: nel centro di riabilitazione Tequila ha fatto da cavia per un farmaco sperimentale prodotto da una multinazionale, concepito per curare la dipendenza da droga ma in grado di generare impulsi omicidi per effetti collaterali. Max Pace in cambio del silenzio di Clay mette sul piatto svariati milioni di dollari e la possibilità di una sfavillante carriera. Clay inizialmente tentenna, ascolta la voce della propria coscienza, quindi la soffoca e accetta il patto immorale: apre un lussuoso studio legale nel pieno centro di Washington, si compra una casa in un quartiere residenziale, acquista una Porsche fiammante e poi un jet personale, conquista una top model bella quanto scorbutica ed in breve si fa un nome con una serie di clamorose cause per danni alla collettività attraverso le soffiate del suo misterioso tentatore, tanto che la stampa gli regala l’epiteto di “Re dei torti”. Il nostro protagonista diventa così un paladino delle class actions, le cause collettive contro le multinazionali, che spesso fruttano percentuali da capogiro ai legali rappresentanti di centinaia di consumatori e risarcimenti esigui ai clienti danneggiati. Ma Clay Carter è destinato a cadere con un tonfo all’apice del successo, quando troverà dietro l’angolo un avvocato ancora più cinico e spietato di lui, pronto a trasformarlo da paladino della giustizia in bieco sfruttatore dei propri clienti: a parte le ovvie implicazioni moralistiche, è proprio nel raccontare il lato oscuro di questo tipico sogno americano, rovistando nel torbido del giro degli avvocati da sette zeri, che Grisham tocca l’apice de Il re dei torti.

John Grisham, Il re dei torti, Milano, Mondadori, 2003; pp. 380

Voto 7 

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