4° reportage da Venezia, 2006: bilancio
3° reportage da Venezia, 2006
2° reportage da Venezia, 2006
1° reportage da Venezia, 2006
Della Mostra del
cinema di Venezia si è sempre detto di tutto e di più in questi anni,
definito come evento elefantiaco dalle proporzioni gigantesche che si rivelano
poi controproducenti per quanto riguarda l’organizzazione e l’invecchiamento
delle strutture esistenti. Succedono i direttori e i problemi rimangono, anche
se l’atteso confronto con la temibile Festa
del cinema di Roma, ha generato un certo fermento intorno all’utilità del
festival principe d’Italia e della crescita stessa dell’evento. Venezia rimane
un appuntamento imprescindibile, per storia e contiguità di ricerca,
dimostrandosi non solo un inerte contenitore di linguaggio,
ma viatico per la ricerca protesa alle nuove correnti cinematografiche.
Il lavoro di Muller in questi anni è stato ispirato ed altre volte indicativo
per intuizione e anticipazione di stili ed autori, guadagnando stima e
consensi da parte delle major hollywoodiane e addetti ai lavori. Il passo
successivo dovrà essere nel tentativo di costruire il nuovo Palazzo del cinema
ed adeguare le zone circostanti per competere ad armi pari con Cannes e Berlino,
portando alla sua antica bellezza il paesaggio sognante del Lido e dando lustro
culturale al nostro paese, in debito d’ossigeno da questo punto di vista.
Piccole beghe quest’anno ci sono state consegnando poche proiezioni per gli
accrediti cinema, e con una programmazione giornaliera non propriamente felice,
disseminando i film del concorso a sera inoltrata per la maggioranza degli
accrediti stampa (ovviamente esclusi i daily). A
parte questi lievi errori, sicuramente l’animo di questa mostra sta nei numeri
con 22 opere del concorso per la prima volta nella storia della Mostra dal
dopoguerra a oggi sono in prima mondiale come per la
sezione Orizzonti, indicativa del prestigio storico della Mostra veneziana. La
giuria preseduta da Catherine Deneuve ha stupito
con un verdetto spiazzante, ponendo in vetta alle preferenze Still life del regista cinese Jia Zhang-Ke,
mentre noi avremo preferito il
film thailandese di Weerasethakul
per la sua capacità di rinnovare il cinema, ma forse la propensione della
giuria è andata verso opere che ponessero uno sguardo incisivo sulla realtà,
soprattutto di registi provenienti da zone poco conosciute come appunto
Daratt di Mahamat-Saleh Haroun che si è
aggiudicato il Premio speciale della giuria, escludendo così Bobby e Nuovomondo dai premi più
importanti. Crialese dal canto suo è stato risarcito con un premio
inventato per l’occasione con il Leone d’argento rivelazione: è trapelato
attraverso le dichiarazione del giurato Michele
Placido, grande sostenitore della pellicola, che per un solo punto non si è
aggiudicato il premio più prestigioso. Invece la Coppa Volpi per
l’interpretazione femminile era già da tempo nelle mani dell’insuperabile Helen Mirren per the Queen; desta perplessità invece Ben Affleck
vincitore come miglior attore, surclassando i ben più
meritevoli Sergio Castelletto e Clive Owen. Una giuria divisa, riscontrabile da come ha
assegnato i premi, spesso litigiosa al culmine dell’indecisione fino al
verdetto finale: come sappiamo l’armonia non è sempre di casa in questi
appuntamenti festivalieri. La serata della premiazione si è svolta nella solita
prassi ingessata, con lunga passerella e musica enfatica: sul palco della sala
grande Isabella Ferrari
vestita in verde supportata da Massimo Sebastiani, e
questa doppia conduzione non convince da subito con gli inevitabili accavallamenti verbali:
forse avrebbe garantito miglior sobrietà una sola voce a dettare i tempi,
evitando così inciampi come chiamare mademoiselle la Deneuve (dopo i venticinque anni, è inopportuno).
Riflettendo a pochi giorni dalla premiazione, quello che ha deluso è stato il
cinema americano, con solo le pellicole di Emilio Estevez e Spike Lee a svettare; dall’altra parte del pianeta, l’oriente ha
come sempre dimostrato una vitalità inesauribile, e ritornando nel vecchi
continente possiamo dire nel riconoscerci in un cinema con luce ed ombre, ma
inossidabile dal punto di vista di autori emergenti pronti a rinverdire la rosa
delle nuove promesse, Italia inclusa. La Mostra di Venezia
è una nave in perenne viaggio, in cerca di un porto dove ancorare stabilmente,
ma sorretta dalla pervicace professionalità di un capitano ( Muller ) e della
sua ciurma che sanno guardare all’orizzonte con immutata speranza.
I Magnifici 7
Gli impedibili di Scanner
Inland Empire di David Lynch ( fuori concorso )
Syndromes
and a Century di Apichatpong Weerasethakul ( concorso )
Bobby di Emilo Estevez ( concorso )
Sakebi di Kurosawa
Kyoshi ( fuori concorso )
Fangzhu di Johnnie
To ( concorso )
Zwartboek di Paul Verhoeven (
concorso )
When the leeves broke. A requiem
in four acts di Spike Lee ( orizzonti doc )
Premi
LEONE D’ORO per il miglior film a:
Sanxia Haoren
(Still Life) di Jia Zhang-Ke
LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a:
Alain Resnais per il film Private Fears
in Public Places
LEONE D’ARGENTO RIVELAZIONE a:
Emanuele Crialese per il film Nuovomondo - Golden Door
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
Daratt di
Mahamat-Saleh Haroun
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a:
Ben Affleck
nel film Hollywoodland di Allen Coulter
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
Helen Mirren
nel film The Queen di Stephen
Frears
PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un
giovane attore o attrice emergente a:
Isild Le Besco
nel film L’intouchable
di Benoît Jacquot
OSELLA per il miglior contributo tecnico a:
Emmanuel Lubezki
direttore della fotografia del film
Children of Men di Alfonso Cuarón
OSELLA per la migliore sceneggiatura a:
Peter Morgan
per il film The Queen di Stephen
Frears
LEONE SPECIALE a:
Jean-Marie Straub
e Danièle Huillet
per l’innovazione del linguaggio
cinematografico
Orizzonti
PREMIO ORIZZONTI a:
Mabei shang
de fating di Liu Jie
PREMIO ORIZZONTI DOC a:
When the
Levees Broke: A Requiem in Four Acts di Spike Lee
PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE
LAURENTIIS”
La
Giuria Opera Prima della 63. Mostra Internazionale d'Arte
Cinematografica, composta da Paula Wagner
(Presidente), Guillermo Del Toro, Mohsen
Makhmalbaf, Andrei Plakhov,
Stefania Rocca, ha deciso di conferire il:
LEONE DEL FUTURO - Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” a:
Khadak di Peter Brosens e Jessica Woodworth
Corto Cortissimo
MENZIONE SPECIALE al film:
Adults Only
di YEO Joon Han
PRIX UIP per il miglior cortometraggio europeo a:
The Making
of Parts di Daniel Elliott
LEONE CORTO CORTISSIMO per il miglior cortometraggio a:
Comment on freine
dans une descente? di Alix Delaporte
Voto
7 ½