Mio fratello è figlio unico
Regia di Daniele Luchetti
Cast: Elio Germano, Riccardo Scamarcio, Angela Finocchiaro, Massimo Popolizio, Luca Zingaretti; commedia; Italia; 2007; C.
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I piccoli maestri
Dillo con parole mie
Mio fratello è figlio unico
La nostra vita
Liberamente
ispirata ad un romanzo di Antonio Pennacchi, Il fasciocomunista, l’ultima
fatica di Daniele Luchetti dietro la macchina da presa – a ben cinque anni
dal mai abbastanza apprezzato Dillo con parole mie
– racconta ancora una storia di formazione, stavolta ambientata nel quadro
provinciale e cadente della Latina a cavallo tra anni Sessanta e Settanta, con
l’obiettivo centrato su due fratelli che riescono a comunicare solo attraverso
una forma di ‘affettuosa’ violenza. Manrico
ed Accio, il fratello minore, sono due ragazzi molto diversi: quanto il primo è
affascinante e contestatore, tanto il secondo è confuso e scontroso. In
particolare Accio ha una fisiologica necessità di qualcosa in cui credere: così
prova prima la strada del seminario, poi quella del fascismo di ritorno, senza
mai trovarsi veramente appagato; pur essendo uno studente dotato, Accio infatti
si iscrive giovanissimo all’MSI e diventa precocemente un picchiatore fascista,
per poi ripensarci qualche tempo dopo e cambiare nettamente posizione. Più
rettilineo il percorso di Manrico, gioia dei suoi genitori quanto Accio ne
costituisce costante motivo di disperazione: bello e vincente, incarna con
naturalezza il prototipo di operaio sindacalista adorato dai compagni e conteso
dalle donne. Se tutto sembra dividere i due fratelli, a livello ideologico e
caratteriale, non fa eccezione l’amore: Accio è timido e non ha l’esperienza
del fratello maggiore che, pur essendo un grande seduttore, non riesce a
trovare stabilità affettiva e passa da una ragazza all’altra – ma finisce
sempre per tornare da quella di cui il fratello minore continua a restare
innamorato senza speranza –. Scritto a sei mani da Luchetti con l’aiuto degli sceneggiatori
de La meglio gioventù,
Stefano Rulli e Sandro Petraglia, Mio
fratello è figlio unico riesce ad affrontare tematiche assai complesse (la
lotta armata, lo scontro di ideologie contrapposte, la questione della casa, la
ristrettezza provinciale) toccandole con leggerezza, senza mai parlare
apertamente di ideologie, ma lasciandole sullo sfondo della storia, che è
fondamentalmente la storia del grezzo ma genuino rapporto affettivo tra due
fratelli. Nell’ottimo cast, se Riccardo Scamarcio
conferma di essere molto di più di un idolo giovanile, corre l’obbligo di
segnalare la prova di Elio
Germano, semplicemente strepitosa. Presta il titolo al film l’omonima
(indimenticabile) canzone di Rino Gaetano. Una bella sorpresa di fine stagione
da non perdere.
Mio fratello è figlio unico, regia di Daniele Luchetti, con Elio Germano, Riccardo Scamarcio, Angela Finocchiaro, Massimo Popolizio, Luca Zingaretti; commedia; Italia; 2007; C.; dur. 1h e 40’
Voto
7½
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