Si tratta dell'opera d'esordio di uno dei più stimati sceneggiatori hollywodiani degli ultimi anni, quel George Nolfi già autore di chicche quali Ocean's Twelve e The Bourne Ultimatum, entrambi con Matt Damon nel cast. Ne I guardiani del destino il debuttante dietro la macchina da presa si è ispirato nientemeno che a Philip K. Dick e il risultato è un'originale commistione di thriller, fantascienza e commedia sentimentale sugli incroci del caso, un gradevole mélange in cui gli appassionati potrebbero ritrovare frammenti di Sliding Doors e Serendipity shakerati in un cocktail avvincente con Matrix. Ma veniamo alla storia: David Norris è un rampante giovane politico newyorchese che si appresta a vincere un'elezione come senatore degli Stati Uniti, ma perde sul filo di lana a casa di un articolo imbarazzante. Rifugiatosi nella toilette (per uomini) dell'albergo Waldorf, dove dovrebbe tenere il proprio discorso dopo la sconfitta, vi incontra la ballerina Elise Sellas, anche lei in una situazione imbarazzante perché avrebbe appena rifiutato di sposare il fidanzato coreografo. È amore a prima vista, e l'incontro ispira a David l'energia per un discorso che riattizza le sue fortune politiche. Il problema nasce anni dopo quando David casualmente incontra la giovane donna di cui aveva perso le tracce ma a cui non aveva mai smesso di pensare, quando si fanno avanti misteriosi guardiani del destino che lavorano al piano prestabilito agli ordini di un fantomatico presidente: l'incontro potrebbe essere fatale al grande futuro che attende Norris, un destino organizzato a tavolino cui forze più grandi di lui non vogliono che si sottragga. Il fatto è che lui per lei sarebbe disposto a rischiare il resettaggio dei suoi ricordi... Intrigante, ricco di suspense e ben recitato: un esordio che promette davvero bene.

Voto 7½