Clerks - Commessi
Dogma
Poliziotti Fuori - Due sbirri a piede libero

Ecco infine il Dogma di Kevin Smith, diretto dall'autore del cult movie Clerks nel 1999 ma distribuito in Italia con quattro anni di colpevole ritardo. La frizzante vena di leggerezza che ha percorso la carriera del cineasta americano sembra qua essersi un po' affievolita, anche perché elaborare un soggetto che rilegge in modalità spesso spiazzanti ed improbabili la religione cattolica nel suo complesso non è esattamente semplice. Ma veniamo senza indugio alla trama: gli amici inseparabili Ben Affleck e Matt Damon, già protagonisti per Smith del precedente In cerca di Amy, in Dogma interpretano rispettivamente Bartleby e Loki, due angeli ribelli scacciati dal paradiso perché stanchi di sterminare torme di peccatori e costretti a trascorrere le proprie vite immortali nell'inferno terrestre dello stato del Wisconsin. Per i due si dipana però all'orizzonte una singolare via d'uscita: un cardinale rampante ha infatti ottenuto dal Vaticano un giorno d'indulgenza plenaria per tutti quelli che entreranno nella sua chiesa nel New Jersey. Entrando nell'edificio sacro i peccati di Bartleby e Loki sarebbero dunque perdonati ed ai due si schiuderebbero dopo millenni le porte del Paradiso: purtroppo la cosa dimostrerebbe al contempo la fallibilità di una decisione divina, sconvolgendo le fondamenta stesse della realtà. Messa così, la storia parrebbe fin troppo ambiziosa, ma Kevin Smith riesce a raccontarcela, almeno all'inizio, con estrema arguzia, introducendo uno ad uno i tanti personaggi di questa commedia corale, surreale e demenziale: i due strani profeti Jay e "Zittino" Bob (presenze fisse dei film di Kevin Smith, che interpreta il taciturno della coppia), il tredicesimo apostolo di cui la Bibbia colpevolmente non parla (Chris Rock che ci svela che Cristo era di colore), Salma Hayek nei panni discinti di una musa che ha lasciato il Paradiso per darsi alla lap-dance, Linda Fiorentino che impersona niente meno che l'ultima discendente di Gesù Cristo. Dogma inoltre (niente di più diverso dall'essenziale e traballante “Dogma” di Lars von Trier) presenta anche seriose discussioni sull'asessualità degli angeli ed una curiosa interpretazione al femminile di Dio, la cui incarnazione umana è una silenziosa Alanis Morissette. Dopo il disincantato avvio, Kevin Smith finisce per perdere un po' le fila del variegato cast nella seconda parte, caratterizzata da una improbabile spirale splatter del tutto priva di senso narrativo. Ma il film è talmente curioso che si fa guardare (a tratti perfino divertendo) fino ai titoli di coda.

Voto 6