Supposed Former Infatuation Junkie
Under Rug Swept
La
ragazza è cresciuta: benché, dopo il successo planetario di Jagged little pill (che ha
venduto qualcosa come ventotto milioni di copie), Alanis Morissette potesse anche
decidere di clonare se stessa all'infinito. E non ci sarebbe stato niente di
così tragico, in fondo: il disco d'esordio della Morissette era
intelligente, ricco d'ironia, tagliente e molto arrabbiato, un mix
esplosivo che ha fatto la sua fortuna ed ha aperto la scia ad un buon numero di
cantautrici confuse ed irritate. In Supposed
former infatuation junkie la
cantante canadese spinge l'acceleratore sul personale, sul non detto, sul
versante dell'autocritica. Si tratta sicuramente di un disco più impegnato
rispetto al precedente, con una verve
ironica più sotterranea, ma anche più pungente: è un classico album da sentire
a più riprese, ricco di 'retrogusti' che solo gli ascolti ripetuti possono
esaltare. E' un
disco denso di storie, di propositi, perfino di lettere mai spedite, e di
canzoni ovviamente (ben diciassette): brani all'insegna della massima varietà,
all'interno dei quali emergono spunti soft,
all’insegna dell’introspezione, alternati a momenti più movimentati,
decisamente più rock in senso
stretto. Molto convincente il singolo
Thank U: tra gli altri brani si evidenziano Can't not, Ur, la
splendida One, Unsent e So pure. Sul versante 'filologico' è
doveroso segnalare che l'edizione italiana comprende anche una traduzione dei
testi originali: perché Alanis, si
sa, è una cantautrice sensibile alla valenza lirica dei propri brani...Alanis Morissette, Supposed former infatuation junkie [Maverick/Reprise 1998]
Voto
7+