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  29/03/2024 - 12:55

 

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Alanis Morissette
Under Rug Swept
[Maverick/Wea 2002]
Dopo la rabbia, un disco consapevole ed essenziale

 




                     di Paolo Boschi


Supposed Former Infatuation Junkie
Under Rug Swept


Nata ad Ottawa nel 1974, Alanis Morissette già da giovanissima era divenuta una star della TV canadese, poi nel 1995 ha messo a segno Jagged little pill, un album d’esordio che ha cancellato i suoi esperimenti dance pop da teenager e che ha venduto vagonate di dischi per il mondo (oltre ventotto milioni di copie, almeno finora), rendendo la Morissette un simbolo della rabbia femminile e l’apripista di una serie di rockeuses da lei ispirate. Il successivo Supposed former infatuation junkie ha confermato le fortune della cantante canadese, stemporandone (leggermente) i toni e lasciando intravedere i lati più introspettivi (talora meditativi) della giovane artista. Dopo la (classica) tappa interlocutoria dell’Unplugged Alanis Morissette è tornata con Under Rug Swept che, diciamolo subito, ne conferma il talento cristallino e ne dimostra la maturazione artistica, prefigurandosi come un’equilibrata sintesi tra i due album precedenti. In particolare, rispetto Supposed former infatuation junkie, tra le undici tracce complessive di Under Rug Swept si avverte un’unitarietà concettuale di fondo, sembra insomma un disco in cui la messa a fuoco musicale della cantante è più consapevole, riflessiva, calibrata. Non a caso per scrivere le canzoni poi entrate nella tracklist Alanis Morissette ha scelto di tornare in Canada: ritrovato l’isolamento artistico ideale, con una chitarra ed un pianoforte, lontano dai clamori del pubblico, i brani sono venuti fuori così, naturalmente. Certo non si avverte più quella rabbia primigenia che sprigionava l’album d’esordio, ma una consapevolezza luminosa capace di catturare emotivamente: il titolo suona più o meno come “spazzare sotto il tappeto” e rende bene l’idea di quelle sensazioni rimosse, non espresse, che in un certo senso il potere terapeutico della musica riesce a cristallizzare nella forma della canzone. Quanto alle tematiche la Morissette continua a riflettere sui sentimenti, sulle relazioni personali, sugli amori sbagliati, ma sembra meno arrabbiata e più malinconica di un tempo, come dimostrano l’apripista 21 things I want in a lover, elenco delle caratteristiche necessarie per conquistare l’immaginario femminile, la tagliente (ed intrigante) Narcissus e lo stesso singolo di lancio dell’album, la splendida Hands clean. Poi arriva un gioiello come Flinch, ballata minimalista ma terribilmente struggente, fuori dal tempo, esattamente come l’intensa That particular time: due brani che esaltano le sterminate possibilità vocali della Morissette. Sembrano mimare le atmosfere seccamente elettroniche dell’esordio sia So unsexy che You owe me nothing, con risultati piacevoli ma già sentiti, mentre suonano decisamente più innovative e movimentate A man e Surrendering. La conclusiva Utopia chiude il discorso all’insegna di un’armoniosa pacatezza. Complessivamente un bel disco, piacevole, ottimamente scritto e ben suonato: è anche vero che l’atto terzo della discografia ufficiale di Alanis Morissette non aggiunge molto all’artista, più che altro conferma quanto di buono si era sentito in precedenza, un album di consolidamento, insomma.

Alanis Morissette, Under Rug Swept[Maverick/Wea 2002]

Voto 7½ 

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