Un ritratto inedito di Enzo Lunari
L'arte satirica di Lunari
Lunari e l'uso del falso
In mostra al Museo della satira di Forte dei Marmi fino a domenica 23 luglio l'eccellente mostra di Enzo Lunari dal titolo "2001 odissea nell'ospizio". Protagonista ovviamente Eritreo Cazzulati, il nasuto personaggio dei "Vecchietti", ma questa personale, consueto tributo al vincitore della precedente edizione, offre un variegato spaccato della produzione di questo autore raffinatissimo. Scanner ne approfitta per offrirne un ritratto inedito.
Definire Enzo Lunari con una virtù? La pazienza. Maniacale, da perfezionista inguaribile, che non può concedersi errore alcuno. Ricorda con rabbia, ma anche con nostalgia la sua svolta professionale quando, giovane redattore della Mursia, fu chiamato dal grande capo. Costui, assertore della purezza dell'italica lingua esigeva, in tempi privi di computer e correzioni automatiche, di far rivedere un ponderoso tomo di marineria per sostituire il francesismo "scialuppa" che vi ricorreva ad ogni pagina. Il giovane Lunari salutò e mollò tutto (vedi il suo autobiografico curriculum in queste stesse pagine). Piace pensare però che l'episodio di apprendistato abbia influenzato una simile pignola ricercatezza, trasferita nel disegno e nella scrittura, entrambi inconfondibili come lo humour che ne promana, spesso tinto al nero. Abilissimo manipolatore di macchine, edotto sulla più aggiornata tecnologia disegna però solo con certi pennini (inglesi), non colora se non ha le sue chine, i suoi acquerelli. E' il suo un gusto della variazione sublime, che gli deriva sì dalla vastissima conoscenza musicale; appassionato, anzi specialista, del Seicento, ma amante di tutta la musica, non escluso il jazz e la canzonetta. Per gli amici è arrivato a confezionare una antologia personale di oltre nove ore di "musica d'ascolto leggera" consigliata da usarsi come sottofondo per lavori ingrati o igiene personale. Ammette che neanche lui riuscirà mai ad ascoltare tutti i CD che si compra. Giocatore di bridge infaticabile, è anche esigente gourmet: piatto preferito la trippa à la mode de Caen; quando parla di "busecca" diventa poetico. In studio tiene un enorme tesa dell'Armata Rossa sovietica: "Quando sono depresso o mi prendo sul serio -dice- me la metto in testa, vado allo specchio e mi passano le ubbie". Oltre a produrre vignette e fumetti dipinge, ma con pudore. "Mi piacciono i miti e le rivisitazioni stilistiche -sostiene- ma sono lento. Allora, come Tiziano, volto il quadro alla parete, per riguardarlo dopo mesi; certe volte migliora e posso continuare".
Voto
8½