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Per festeggiare i suoi primi due anni di vita Il PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli organizza una mostra dedicata al Rembrandt del fumetto. Stiamo parlando del grandissimo Milton Caniff, un disegnatore mirabile che ha saputo tenere alto con le sue tavole e l’invenzione di personaggi azzeccati lo spirito del suo tempo (nacque a Hillsboro nel 1907 e mori a New York nel 1988) nonché i valori del cosiddetto americanismo del XX secolo. Un mondo popolato da femme fatale, soldati e avventurieri. che fra gli anni Trenta e Quaranta ha animato per immagini l’immaginario di più di una generazione. Anche Hugo Pratt ha preso ispirazione da questo elegante artista che è giustamente considerato uno dei più importanti e influenti della storia mondiale dei comics.
Ma torniamo alla mostra Masters of black and white: Milton Caniff, che dal 15 dicembre 2020 al 24 gennaio 2021 viene allestita negli spazi della sede del PAFF, la storica Villa Galvani a Pordenone ed è fruibile on line in forma di virtual tour (www.paff.it) grazie a delle fotocamere, che permettono una visita a 360° e in alta definizione degli spazi espositivi.
"La mostra su Milton Caniff – afferma Giulio De Vita, direttore artistico e fondatore del PAFF! - inaugura la serie di esposizioni dedicate ai maestri della storia del fumetto mondiale Masters of Black and White che porta per la prima volta in Italia tavole di grande valore e si integra nel progetto di creazione della collezione permanente sulla narrazione per immagini del Palazzo del Fumetto di Pordenone. Attraverso la visione delle strisce la mostra esplora i contesti sociali, culturali e storici nei quali queste sono state create, creando delle finestre su altre discipline artistiche, che hanno influenzato il lavoro dell’artista".
L’esposizione che si articola su 61 tavole originali e sunday panels che il grande autore americano ha dedicato ai suoi personaggi più famosi: da Terry e i Pirati a Male Call, da Dickie Dare a Steve Canyon ci consente una
chiave di lettura critica ma allo stesso tempo partecipata della società a cavallo fra le due guerre. Milton Caniff è stato impegnato lungo il corso di tutta la sua produzione in una rappresentazione attenta in chiave espressiva del mondo che lo circondava, che interpretava in maniera minuziosa, a partire dagli abiti e dalle acconciature delle protagoniste femminili, per le quali Caniff si ispirava alle pagine di Vogue, fino all’uso di inquadrature cinematografiche dal basso, citando apertamente la cifra stilistica di registi rivoluzionari del suo tempo quali Orson Welles e Alfred Hitchcock.
L’esposizione è creata in collaborazione con la Galleria 9éme art di Parigi e con gli interventi tematici del Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia e queste preziose tavole (alcune delle quali raggiungono il valore di 100.000 euro), sono affiancate a Pordenone da contenuti di approfondimento a cura di Luca Raffaelli, con appendici tematiche multimediali su ambiti trasversali come il cinema, la moda e la musica del tempo. Un’autentica esplosione di generi musicali e di contaminazioni che hanno segnato la storia della musica, come lo swing e il jazz. I contenuti di approfondimento di Cristian Carrara, direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, raccontano di questa stagione feconda della storia della musica. Da segnalare a questo proposito una serie di puntate radiofoniche tematiche, trasmesse all’interno del canale radio del PAFF! e un programma di podcast creato dal dee-jay Zellaby, che offrono al pubblico una selezione di brani di musica d’epoca, spaziando dal blues allo swing e al bebop.
Per quanto riguarda l’attenzione che Caniff dedica alla moda e al suo potere comunicativo il percorso espositivo del PAFF sottolinea l’attitudine dell’autore a interpretare il suo tempo, a carpirne l’attualità con gli abiti scelti per i suoi personaggi, che sono fortemente legate all’evoluzione dei costumi e del gusto popolare. Contenuti multimediali selezionati in collaborazione con il Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia permettono al visitatore di immergersi nelle atmosfere della moda degli anni Trenta e Quaranta e di cogliere i riferimenti ai modelli a cui il maestro americano si ispirava, presentando immagini e filmati di costumi e accessori d’epoca che restituiscono un’immagine di vita vissuta del periodo e circoscrivono, allo stesso tempo, il contesto in cui l’autore dava vita alle sue strisce a fumetti con un segno inconfondibile.
La mostra è realizzata con il sostegno della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e del Comune di Pordenone
Voto
8
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