Al Teatro Puccini di Firenze Eccetto me e la mia scimmia, una esclusiva mostra di Riccardo Mannelli, dal taglio inconsueto che presenta al meglio il formidabile disegnatore. ineffabile ritrattista, impietoso reporter, mannelli fotografa lo sfacelo attuale con inconsueto mordente in opere corpose, per la maggior parte inedite. A inaugurare l'evento, mercoledi' 6 febbraio alle ore 18.30, oltre all'autore e al curatore, Fabio Norcini, numerosi ospiti. novità gradita ai collezionisti: gli originali in mostra sono in vendita.
Mentre tutto va a rotoli e non ti puoi aggrappare a niente e fidare di nessuno, in un paese in cui, per citare i Beatles "ognuno ha qualcosa da nascondere eccetto me e la mia scimmia" (Everybody's got something to hide, nel "Doppio Bianco") non ci resta che affidarci ai puri di Cuore, come appunto Mannelli. Pare alludere a questo il titolo della mostra, incisiva quanto un assolo di George Harrison, e del bel libro che l'accompagna; un'occasione per l'artista di mostrare i suoi lavori più recenti, salvati dall'incendio che ha devastato il suo studio. "Quando faccio una cosa - ironizza alla Panatta Mannelli - mi piace farla bene". E bene aveva creato e diretto il nuovo "Cuore", pur ostacolato con tutti i mezzi (dal meccanismo distributivo a quello massmediatico) che hanno finito per soffocare il settimanale, come benissimo continua a produrre vere chicche sulle più prestigiose testate italiane e straniere. Erotico, disperato, barocco, grottesco e ultra realista: è difficile classificare il suo lavoro, in presa diretta sulla strada o nei salotti, chilometri di ciccia, come recitava un altro suo memorabile libro.
Certo è che Mannelli è artista di difficile catalogazione, come ben dimostra questa selezione, di oltre sessanta opere, che vanno dai reportage agli intimistici nudi, non tralasciando le zone più hard, che possono scandalizzare solo i moralisti. Un vero Satyricon per immagini che capta sempre la scintilla della poesia e dell'amore per la vita, anche sotto le macerie di una società disgregata e disgregante. Occasione anche per scandagliare le numerose tecniche con le quali Mannelli si misura: oltre al disegno a china o con la prediletta sfera Bic, anche tele, acquerelli, plotter, e i più svariati mezzi con i quali si sprigiona il suo ineguagliabile talento. La mostra, una prima nazionale curata da Fabio Norcini, scelta significativa dopo l'omaggio a Sergio Saviane (del quale Mannelli era grande amico) riserva una novità che sarà senz'altro gradita ad appassionati e collezionisti: gli originali sono in vendita. A prezzi "incendiari".
Voto
7½