Un ritratto inedito di Enzo Lunari
L'arte satirica di Lunari
Lunari e l'uso del falso
Di invenzioni paradossali come quella lichtenberghiana celeberrima "del parafulmine sulla forca" è piena l'immaginazione di Lunari, sul filo del credere o non credere per giungere al paradossale ribaltamento. Non un caso l'uso del falso, della imitation stilistica, ben rappresentata nella mostra fortemarmina dalle opere "al modo di" (Mirò, Chagall, Seurat, Leger, De Chirico, Morandi, tra gli altri). Omaggio che è dissacrazione, ma anche immedesimazione. Lo si vede nelle tavole realizzate per un libro informativo sulla grippe (Fabrizio Pregliasco, L'influenza, edizioni Ulisse, omaggio per i sigg. medici) del quale la mostra espone qualche esemplare mentre qui si trova l'integrale di questo cult-book. Qui l'autore non si limita a "fare il verso disegnando", ma ri-scrive addirittura un'intera novella del Boccaccio, una poesia del Foscolo, un frammento anonimo del X secolo con tale perizia che qualcuno ha addirittura creduto che fossero ritrovamenti autentici della filologia. Nel "Madrigale di Vinzenzio Pavoncelle" compone perfino la musica, con la notazione d'epoca, che inserisce nella tavola. Virtuosismo non fine a se stesso, ma perfettamente funzionale alla minuziosa, miniaturistica, incantevole arte di Lunari. I cui personaggi, vecchietti piccoli piccoli o improbabili cavernicoli, con stralunati conversari, semplici e quotidiani a tutti comprensibili dimostrano, con umiltà pari a quella di Lichtenberg, il paradosso che si crede a qualcosa e tuttavia non ci si crede affatto. Che, infine e per fortuna, non vi è niente di più insondabile del movente che regola le nostre azioni.
Voto
8½